Bruce Springsteen non si ferma mai. Mentre sta preparandosi a un'altra tranche del suo tour nordamericano, prevista in primavera, il Boss avrebbe già una nuova impresa all'orizzonte: un lungometraggio. Secondo Roger Friedman di Showbiz 411 - riferisce Consequence - il film in lavorazione riguarderebbe il "making of" del seminale album "Nebraska" del 1982. Nel progetto, sarebbe stato coinvolto Scott Cooper, sceneggiatore e regista di "Crazy Heart". Il biopic su Springsteen potrebbe basarsi sul libro "Deliver Me From Nowhere: The Making of Bruce Springsteen's Nebraska" di Warren Zanes, che comprende racconti e interviste a molte persone coinvolte nella realizzazione dell'album – incluso lo stesso Bruce Springsteen – e a celebri artisti, da Rosanne Cash a Steven Van Zandt, sulle loro reazioni alla sua pubblicazione. Nel libro non mancano ovviamente i riferimenti a "Badlands" di Terrence Malick e ai racconti di Flannery O'Connor, che hanno influenzato Springsteen mentre componeva le canzoni dell'album.
"Nebraska" è un lavoro cruciale nella discografia di Springsteen, derivante da una serie di demo solisti pensati per essere registrati con la E Street Band. Un'opera ingannevolmente lineare, scabra nelle sue architetture musicali e nel sentimento popular, che è in realtà un punto di arrivo (apparentemente) insolito, sia nella storia del suo autore che nel contesto in cui esce. Springsteen pubblicò il disco quando era all'apice del successo, inteso come sommatoria di accettazione popolare e critica: letteralmente venerato come salvatore del rock'n'roll, era reduce dall'uscita del doppio album "The River", vera enciclopedia del rock più trascinante e genuino. Per il suo nuovo lavoro si raccoglie in se stesso nel "suo" New Jersey e compone alcune tracce in solitudine con un registratore 4 tracce, accompagnato solo da chitarra, armonica e sprazzi d'altri strumenti. Al momento di procedere con il master in studio insieme agli altri membri della E-Street, si rende conto che le canzoni abbozzate funzionano molto meglio così come erano state create, e dopo svariate discussioni decide che quelli che dovevano essere solo dei provini avrebbero costituito la versione definitiva del nuovo lavoro. "Nebraska" si misura nella sua forte compattezza, nella dolorosa coerenza che lega ogni aspetto dell'opera, a partire dalla sua copertina; la foto è quella di una delle classiche routes americane circondata dal consueto, ampio paesaggio, stavolta però immerso in una spettrale atmosfera di gelo, che si immagina anche esistenziale, e doppiamente conchiuso nel punto di vista: il parabrezza di un auto, il severo bicromismo del titolo. E quanto si ascolta è piena espressione di siffatta desolazione. Tra le molte canzoni che non furono inserite nell'album c'era la famosa "Born In The U.S.A.", che sarebbe diventata la title track del celebre album del 1984.