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Calexico tornano in Italia per 4 date esclusive a luglio. Il primo appuntamento con il duo desert rock è fissato per il 4 luglio alla Fortezza Santa Barbara di Pistoia nell'ambito di Pistoia Blues Festival, il 5 luglio si esibiranno al Palazzo S. Giacomo a Russi (RA) per il Ravenna Festival, il 15 luglio a Milano (TBA) e il 17 luglio a Udine in Piazza Castello per Folk Est.
I Calexico hanno trascorso gran parte degli ultimi trent'anni esplorando polverosi confini musicali del Sud-Ovest dell'America e creando canzoni singolari, cinematografiche, misteriose e grandiose tanto quanto i paesaggi desertici che le hanno ispirate.
Formato da Joey Burns e John Convertino in Arizona nel 1996, il gruppo sprigiona lo spirito del crossover tipico delle popolazioni del sud degli Stati Uniti al confine con il Messico, in sonorità vicine all'alternative
country.
Negli anni i Calexico hanno pubblicato otto album in studio (tra cui "Years To Burn", in collaborazione con gli
Iron & Wine, nominato ai Grammy nel 2019), collaborando con molteplici artisti (da
Willie Nelson e Jim James a
Nancy Sinatra e
Neko Case). Hanno prodotto e suonato nell'album numero 1 di Amos Lee "Mission Bell", e partecipato a diversi festival, dal Bonnaroo al Lollapalooza, dal Glastonbury al Roskilde, suonando con artisti del calibro di
Wilco,
Pavement,
Arcade Fire e
Andrew Bird.
Il loro album più recente uscito nel 2022, "
El Mirador", è stato registrato a Tucson in casa del tastierista Sergio Mendoza, durante la stagione dei monsoni, quando la pioggia stravolge il paesaggio desertico e dalla terra si sprigionano aromi nascosti dalla siccità, in una fase di stop forzato dal lockdown in cui la voglia di tornare sul palco ha mosso la band verso sonorità più ballabili e melodie più immediate.
Durante tutti questi anni, la band ha fuso gli elementi sonori che già vivono nel suo nome, contrazione tra California e Messico: la tradizione country-folk con le suggestioni della musica della frontiera ispanica, elementi aggiuntivi come il
post-rock, il jazz, rimandi cinematografici
Morricone-iani e le collaborazioni con tanti musicisti sparsi per il mondo. Lavorando a piccole ricalibrature di tutti questi elementi, la band è riuscita a costituire la sua lunga carriera.
Difficile aspettarsi svolte epocali nel suono, ma "El Mirador" è un album che si distacca dalla produzione precedente, soprattutto da quella degli esordi. Quindi è a suo modo coraggioso e anche ispirato. Per stabilire il vostro grado di penetrazione nel suo universo, sarà sufficiente misurare la quantità di polvere che vi scrollerete dai vestiti dopo il lento svanire della scia di suono che si perde tra le dune del deserto alla fine del brano conclusivo "Caldera".