Damon Albarn mette nel freezer i
Blur a tempo indeterminato. In una intervista alla testata francese Les Inrockuptibles (via Far Out Magazine), Albarn ha rivelato che la band britannica, tornata proprio quest'anno con un nuovo album e un tour, si prenderà un’altra pausa fino a nuovo ordine. "È giunto il momento di chiudere questo ritorno, è troppo per me - ha spiegato Albarn - Era la cosa giusta da fare ed è stato un immenso onore suonare di nuovo queste canzoni, trascorrere del tempo con questi ragazzi, fare un album, blah-blah-blah. Non dico che non lo rifarò, è stato un bellissimo successo, ma non mi soffermo sul passato". Tra i suoi prossimi progetti, il cantautore britannico ha citato "un'opera che sarà presentata a Parigi l’anno prossimo” e un nuovo album dei Gorillaz, sul quale inizierà a lavorare assieme a Jamie Hewlett in India.
Albarn aveva fatto scalpore nei giorni scorsi con una dichiarazione pesante sui
Rolling Stones, tornati quest'anno con il nuovo album "
Hackney Diamonds": "Continuano a fare la stessa cose, sempre peggio. Non può esserci felicità in quello che fanno". Una condotta, che, evidentemente, l'artista inglese non vuole in alcun modo far propria con i Blur.
La band capofila del
britpop – composta oltre che da Albarn, dal chitarrista
Graham Coxon, dal bassista Alex James e dal batterista Dave Rowntree – si è riunita dopo otto anni di pausa e ha pubblicato il suo nono album in studio “
The Ballad Of Darren” all’inizio di quest’anno. Otto anni dopo "
The Magic Whip", e con in mezzo la solita orda sparigliata di progetti duraturi o estemporanei - ultimi in ordine di tempo:
The Waeve e l'
album solista di Dave Rowntree - il nuovo album dei
Blur ha un
fil rouge sottile, che rimanda a un murales raffigurante
Leonard Cohen che Damon Albarn poteva osservare dal suo hotel di Montreal, in Canada, nel corso di un viaggio avvenuto qualche tempo fa. Lo spirito del grande cantautore scomparso nel 2016 sembra in effetti condurre per mano i Blur in questo repertorio che, insolitamente, è composto in buona parte da quelle ballate annunciate già nel titolo stesso dell'opera. Annunciato come un "aftershock record", è inaspettatamente un
breakup-album quello che Albarn ha scritto per la sua band, ventiquattro anni dopo il primo capolavoro dell'amore finito che era stato "13" nel 1999. E l'urgenza emotiva è proprio quello che fa di questo nuovo lavoro del gruppo di Colchester un disco potente e presente, che non scimmiotta i Blur di trent'anni fa, ma che racconta la grande crescita umana e personale dei suoi componenti, riusciti a rimanere credibili nella contemporaneità per tutta la loro carriera. Con
Burt Bacharach come secondo nume tutelare del disco, dopo Cohen.
I
Blur hanno anche portato avanti un lungo tour, di cui abbiamo recensito la
data londinese a Wembley e
quella italiana a Milano. Il mese scorso hanno suonato insieme i loro ultimi concerti programmati, con date in Sudamerica.