Gennaio è inevitabilmente il mese di
David Bowie, che nel primo mese dell'anno è nato, l'8 gennaio 1947, e ci ha purtroppo lasciato, in quel 10 gennaio 2016 che ha gettato nello sgomento i suoi fan, ad appena due giorni dal suo compleanno e dall'uscita del suo album "
Blackstar", divenuto così il suo testamento musicale.
In occasione di queste ricorrenze, alcune testate hanno rilanciato le loro classifiche dei migliori album realizzati dal Duca Bianco. Ne abbiamo scelte due, quelle dei magazine Spin e Ultimate Classic Rock.
"L’uomo nato come David Jones adottò il nome d’arte Bowie nel 1966, per evitare confusione con Davy Jones dei The Monkees. Ma poi continuò ad aggiungere nuovi alias alla sua schiera di identità:
Ziggy Stardust, Aladdin Sane, Halloween Jack, The Thin White Duke e la lista continua. Se non fosse stato il più grande trasformista del rock - sottolinea Spin nell'introduzione - Bowie sarebbe ricordato per le sue più sottili reinvenzioni musicali, pioniere del
glam rock ma capace anche di assorbire e reinterpretare a modo suo il folk, il soul, il punk, il drum’n’bass e il jazz".
Ecco qui sotto i migliori dischi di David Bowie secondo il magazine Spin (
qui il servizio completo)
29. Hours (1999)
28. Never Let Me Down (1987)
27. David Bowie (1967)
26. Tonight (1984)
25.
Reality (2003)
24. Tin Machine (1989)
23. Tin Machine Ii (1991)
22. Pin Ups (1973)
21. Toy (2001/2021)
20. The Buddha Of Suburbia (1993)
19.
Outside (1995)
18. David Bowie Aka Space Oddity (1969)
17.
The Next Day (2013)
16. Earthling (1997)
15. The Man Who Sold The World (1970)
14. Black Tie White Noise (1993)
13. Aladdin Sane (1973)
12. Lodger (1979)
11.
Heathen (2002)
10. Let’s Dance (1983)
9.
“Heroes” (1977)
8.
Blackstar (2016)
7. Scary Monsters (and Super Creeps) (1980)
6. Young Americans (1975)
5. Diamond Dogs (1974)
4. Station To Station (1976)
3.
The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars (1972)
2.
Low (1977)
1.
Hunky Dory (1971)
Qualche significativa differenza nella classifica pubblicata da Ultimate Classic Rock, che nell'introduzione sottolinea: "David Bowie ha indicato una nuova direzione musicale in quasi ogni album pubblicato durante la sua carriera. Tuttavia, non tutti hanno avuto lo stesso impatto artistico o commerciale. Qui li abbiamo classificati dal peggiore al migliore... Bowie ha anche costruito una importante reputazione come uno degli artisti concettuali più visionari della musica cercando di raccontare una storia più ampia all'interno di un album. A volte ciò ha comportato un totale cambiamento di persona (
Ziggy Stardust, il Thin White Duke), altre volte una trasformazione nella prospettiva musicale (“plastic soul,” la “trilogia di Berlino”). Ecco un viaggio attraverso i suoi
changes".
Qui sotto la classifica degli album di David Bowie dal peggiore al migliore secondo Ultimate Classic Rock (
qui il servizio completo).
26. Never Let Me Down (1987)
25. Black Tie White Noise (1993)
24. Tonight (1984)
23. David Bowie (1967)
22. Hours (1999)
21. Pin Ups (1973)
20. The Buddha Of Suburbia (1993)
19.
Outside (1995)
18. Earthling (1997)
17.
Heathen (2002)
16.
Reality (2003)
15. David Bowie/Space Oddity (1969)
14. Diamond Dogs (1974)
13.
The Next Day (2013)
12.
Blackstar (2016)
11. Young Americans (1975)
10. The Man Who Sold The World (1970)
9. Let's Dance (1983)
8. Lodger (1979)
7. Scary Monsters (and Super Creeps) (1980)
6. Aladdin Sane (1973)
5.
“Heroes” (1977)
4. Station To Station (1976)
3.
The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars (1972)
2.
Hunky Dory (1971)
1.
Low (1977)
Intanto, per il 50° anniversario del nono album di
David Bowie, "Young Americans", è in programma una ristampa. L'uscita di questa edizione - annunciata oggi - è prevista per il 7 marzo, lo stesso giorno in cui il disco venne pubblicato nel 1975. Sarà disponibile su un Lp masterizzato a mezza velocità e un Lp
picture disc con un poster, stampato dallo stesso
master.
L'album "Young Americans" venne prodotto da Tony Visconti e registrato ai Sigma Sound Studios di Philadelphia con una band che comprendeva Mike Garson (tastiere), Luther Vandross (voce) e David Sanborn (sassofono). Le sedute di registrazione si svolsero anche all'Electric Lady e al Record Plant di New York.
Reduce dall'ambizioso "Diamond Dogs", con cui concluse, di fatto, la fase
glam-rock della sua carriera,
David Bowie decise nel 1975 di aprire un nuovo capitolo musicale. La nuova frontiera musicale, già lambita in alcuni arrangiamenti del "Diamond Dogs Tour", era dunque l'America, specificatamente quella del funky, del rhythm'n'blues e della nascente disco-music del
Philadelphia Sound. Un'America che aveva perso i connotati sinistri descritti in "Aladdin Sane" e (tutto sommato) anche in "
Hunky Dory", e che tornava a essere "la terra delle mille danze".