Gli anni 90 furono per David Bowie un decennio di progetti sperimentali e tecnologici. Pochi però ricordano che il Duca Bianco si spinse fino a entrare in un videogame distopico. Si tratta di “Omikron: The Nomad Soul”, ideato dal visionario sviluppatore francese David Cage. Ora il senior designer di quel gioco, Phil Campbell, ha rivelato alcuni particolari inediti della vicenda. “La lista di band che Cage aveva preso in esame comprendeva Björk, i Radiohead, i Future Sound Of London e i Garbage – ha raccontato a Mojo - Io ho aggiunto Bowie perché ero nel fanclub da quando avevo 11 anni e sapevo che si sarebbe integrato perfettamente nel mondo che stavamo creando". Nel 1998, la Quantic Dream di Cage si era associata con la Eidos – la casa di “Tomb Raider” – per sviluppare uno dei primi giochi "open world" al mondo: una realtà alternativa da esplorare, in cui correre, sparare e farsi sparare. Entrando nel videogame, il giocatore poteva reincarnarsi in varie “anime” intrappolate in una era distopica, governata da enigmatici demoni. Con il suo complesso e mistico “concept” di fondo, “Omikron” sembrava perfetto per David Bowie. Ma il suo ingresso nel gioco non era nei piani iniziali. “Quando siamo andati a incontrarlo, si trattava solo di ottenere la licenza per la sua musica già esistente – ha spiegato Campbell - Ma a lui è piaciuta la visione di Omikron di Cage – l’idea che il giocatore venisse risucchiato in questo mondo, i temi dell’oppressione e del risveglio – ed è rimasto entusiasta delle immagini dell’art director Loïc Normand. All'incontro successivo ha portato con sé Iman e Joe (Duncan Jones, ndr). Poi ha portato anche il suo chitarrista, Reeves Gabrels".
E così, invece di concedere solo le licenze per la sua musica, Bowie sorprese Campbell rivelando che voleva scrivere nuovi brani. Per immergersi al meglio in “Omikron”, si unì al team creativo per due settimane in un appartamento a Parigi. Campbell ricorda anche di aver visto il programma che il dandy inglese usava per fare i suoi cut-up di testi alla William Burroughs: “Mi disse: 'prima lo facevo a mano, ma ora ho questo'”. Bowie si immerse completamente nel mondo di “Omikron”, contribuendo alla narrazione, al design dei personaggi e persino alla concezione dell’universo di gioco. L'inaspettato coinvolgimento dell'artista londinese nel progetto alimentò la creatività del team. Venne ideata una rock band virtuale, chiamata The Dreamers, con Bowie, Gabrels e la bassista della sua band, Gail-Ann Dorsey. Nel gioco erano anche presenti tre concerti della band, in cui venivano eseguiti tre nuovi brani di Bowie: “Seven”, “Survive” e “The Pretty Things Are Going To Hell”. Ma il coinvolgimento del team di Bowie non finì lì. Uno dei personaggi era una rappresentazione poligonale di Iman. Un altro era Boz, una sorta di ologramma vivente che guidava il movimento di resistenza di Omikron, chiamato The Awakened (“I Risvegliati”). “Non ricordo esattamente quando decidemmo che Boz dovesse essere Bowie”, racconta Campbell a Mojo. “Forse è stato solo un nostro azzardo. Ma lui era super-entusiasta”. E non è tutto. “Un giorno David mi chiese: ‘Posso lasciare la mia persona Bowie dentro Omikron e uscire come David Jones?’", ha rivelato Campbell. "Era un pensiero affascinante – desiderava forse l’anonimato? – e si adattava perfettamente allo spirito del gioco: Omikron era una gigantesca trappola, si poteva perdere l’anima lì dentro per sempre”.
“Omikron: The Nomad Soul”, sviluppato da Quantic Dream e pubblicato nel 1999, si distingueva per un’esperienza videoludica peculiare. Fondeva elementi di avventura, azione e narrativa in un universo sci-fi distopico, offrendo una profondità e complessità rare per l’epoca. Il gioco ebbe un discreto successo iniziale, vendendo circa 600.000 copie, ma 500.000 di queste erano in Europa mentre negli Stati Uniti non vi fu, di fatto, alcuna promozione. Così con il tempo finì dimenticato e con l'avvento delle nuove tecnologie, anche di difficile fruizione. Non a caso i fan di Bowie avevano anche lanciato una petizione online per un adattamento del videogame su console di nuova generazione. Ci fu però una seconda vita per le canzoni di “Omikron”, che riemersero – con qualche modifica – nell’album di David Bowie del 1999, “Hours”. La canzone principale del gioco venne rielaborata come “New Angels Of Promise”, mentre la copertina dell’album (Bowie del ’99 che culla il Bowie più giovane, in una posa ispirata alla Pietà) riprendeva il tema della rigenerazione del videogame. Le tematiche di “Omikron” – l’identità fluida, la realtà virtuale, la lotta contro un sistema oppressivo – influenzarono i testi di “Hours…”, in cui Bowie esplorò concetti come la natura della coscienza e dell’identità (riflessa in brani come “Thursday’s Child“), il conflitto tra realtà e illusione (“The Pretty Things Are Going To Hell“) e la ricerca di significato in un mondo digitalizzato (“If I’m Dreaming My Life“). Una conferma ulteriore della visione avveniristica e cross-mediale che ha sempre ispirato il Duca Bianco.