Mercoledì 5 marzo alle 23,30 Rai5 manderà in onda "David Bowie: Finding Fame - Nascita di una star", il docu-film diretto da Francis Whatley (poi in streaming su
RaiPlay). Il documentario segue cinque anni degli inizi della carriera di
David Bowie, dalla fine degli
anni Sessanta fino alla "morte" di
Ziggy Stardust annunciata sul palco nel 1973. Con interviste d'archivio inedite ad alcuni dei primi collaboratori dell'artista londinese.
Francis Whately offre una nuova panoramica approfondita degli inizi della carriera di David Bowie, dall'era di David Jones agli albori di Ziggy Stardust. Il documentario mostra registrazioni audio inascoltate, filmati d'archivio - tra cui un'audizione della Bbc del 1965 di David Bowie e il Lower Third che eseguono "Chim-Chim-Cheree" e "Baby, That's a Promise" - oltre a interviste esclusive con la cugina di primo grado di Bowie e amica di sempre Kristina Amadeus, l'ex-fidanzata Hermione Farthingale, il produttore di lunga data Tony Visconti, il membro degli Spiders from Mars Woody Woodmansey e l'influente coreografo Lindsay Kemp.
A proposito dell'era
Ziggy Stardust, Parlophone Records ha appena pubblicato un monumentale box dedicato a quel periodo di
David Bowie. Si intitola "
Rock'n'Roll Star!" e contiene 5 cd e 1 Blu-Ray, con 29 brani inediti, inclusi primi
demo,
outtake, versioni alternative, registrazioni della band di David, The Arnold Corns, prove nell'allora casa di Bowie, la Haddon Hall, sessioni della Bbc e
performance live. Il periodo coperto coincide con l'intera saga dell'alieno androgino: dai primi
demo del 1971 fino alle
session vere e proprie dell'Lp-capolavoro "
The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars" (assieme all’inseparabile chitarrista Mick Ronson, a Trevor Bolder al basso e a Woody Woodmansey alla batteria), più brani registrati per la Bbc e alcuni pezzi live. Una celebrazione dell’anima più rock e
glam del dandy londinese, all’apice dell’era dei dudes, i neo-fricchettoni che, all’alba dei
70’s, trasformarono i raduni eco-pacifisti dei cugini hippie in un trionfo del travestitismo e dell'ambiguità sessuale, tra lustrini e
paillettes, piume e rimmel, stivali e tutine spaziali.
A delinearsi, attraverso la miriade di brani e frammenti sonori raccolti, è soprattutto l’evoluzione dell’enigmatica figura di Ziggy, l’ alieno androgino dalle movenze sgraziate e dai capelli color carota, truccato come una drag queen. È lui "l'uomo che cadde sulla terra", il messia ("a leper messiah") di una rivoluzione rock che dura una stagione sola, il tempo che passa tra la sua ascesa e la sua caduta ("the rise and fall"). E in questa parabola c'è tutta la rappresentazione dell'arte di Bowie: la messa in scena del warholiano "quarto d'ora di celebrità", l'edonismo morboso di Dorian Gray, la parodia del divismo e dei miti effimeri della società dei consumi e, non ultimi, i presagi di un cupo futuro
orwelliano. Ma nella parabola di Ziggy sembra compiersi anche un’evoluzione filosofica, testimoniata anche dalla riproduzione del taccuino di appunti allegata al cofanetto: da inquietante superuomo
nietzschiano del rock a icona pansessuale, libertaria e inclusiva, che fa l’amore col suo stesso ego e si immola allo
stardom, finendo fagocitata dai fan adoranti. Tutto fa gioco, del resto, perché come ha ricordato l’ex-moglie Angela, “la cosa che più interessava a David era fare scalpore”.
La raccolta contiene anche una versione inedita di Bowie che interpreta il classico degli
Who "I Can't Explain", registrata nel 1972 durante le sedute di registrazione di "Ziggy Stardust". David Bowie registrò nuovamente "I Can't Explain" per il suo album di cover del 1973 “Pin-Ups” . Questa nuova versione del 24 giugno 1972, denominata "Trident Studios Version - Take 2" , conserva i potenti accordi dell'originale degli Who, mentre quella finita su “Pin Ups” era rallentata. Tra i brani presenti in "Rock'n'Roll Star!", da segnalare anche l'
alternative take di "Lady Stardust" e una edizione inedita della rarissima "Shadow Man".
Nel box sono compresi anche due libri, una raccolta di 112 pagine di note di copertina, fotografie e interviste e una riproduzione di 36 pagine dei taccuini personali di Bowie di quel periodo.
Ziggy Stardust, a oltre 50 anni dalla sua nascita, rimane la maschera più celebre di
David Bowie, assieme all'algido White Duke. Merito soprattutto di un album, "
The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars", che ha segnato un'epoca, suggellando definitivamente l'era
glam. Uscito nei negozi per l'etichetta Rca il 16 giugno del 1972, quel fumettone
sci-fi, affollato di alieni androgini e decadenti proiettati nei sogni dell'era spaziale, spalancò gli occhi a milioni di persone, abbattendo tutte le convenzioni dell'epoca con l'energia della sua carica immaginifica e trasgressiva. Attraverso il suo
alter ego dai capelli color carota, Bowie ha portato sul palco l'anima più istintiva e animale del rock, che aveva personalmente conosciuto in carne, ossa (e squame) nell'Iguana
Iggy Pop, il suo inseparabile "amico americano". Al tempo stesso, attraverso quella farsesca e magniloquente messinscena, David Robert Jones si faceva beffe degli stereotipi machisti tutti sangue & sudore, in un profluvio di lustrini,
paillettes e polvere di stelle. Falso e fatale, contraddittorio e ingannevole come la vita stessa. Alla faccia del mito della sincerità del rocker.