Nonostante il peso di 50 anni di carriera, Ian Gillan non molla e rilancia, rassicurando i fan: "I Deep Purple non hanno alcuna intenzione di ritirarsi dalle scene". In una intervista a Ultimate Classic Rock, il cantante ha spiegato che finché le forze li sosterranno, i pionieri dell'hard rock andranno avanti, pur essendo consapevoli del tempo che passa: “Non appena inizi a sentirti incapace di dare il massimo a certi livelli, ovviamente ti adatti e fai del tuo meglio. Ma quando il livello di energia cala, è il momento di fermarsi prima che diventi imbarazzante, e nessuno lo vuole. Ma finora, per noi va tutto alla grande”. Parole in linea con quelle pronunciate dal batterista Ian Paice lo scorso dicembre in un’intervista per Zoom”: “Non abbiamo mai pianificato una data per smettere, ma siamo realisti. Stiamo invecchiando, e arriverà un momento in cui forse uno o due di noi non vorranno più farlo o non sarà fisicamente possibile per loro continuare. Ma non ci pensiamo. Ci stiamo ancora divertendo un sacco”.
Il gruppo britannico ha appena pubblicato il suo nuovo album, “=1", il primo con in organico il chitarrista Simon McBride, che ha preso il posto di Steve Morse. Lo scorso mese di luglio, Gillan e compagni sono stati anche protagonisti di due concerti in Italia, nell'ambito del loro tour europeo.
La ventitreesima opera in studio dei Deep Purple, seguito di "Whoosh!" del 2020, è stata prodotta da un mostro sacro degli studios, il produttore Bob Ezrin, e includerà 13 tracce. A realizzarla una line-up formata da Ian Gillan, Roger Glover, Ian Paice, Don Airey e Simon McBride.
Una cosa è certa: ora che la band non deve misurarsi con giganti come i Led Zeppelin e i Black Sabbath, ovvero le altre due grandi formazioni protagoniste della rivoluzione hard-rock degli anni 70, quel che veramente conta per Ian Gillan e compagni è potersi ancora divertire grazie a una formula riconoscibile che è ormai un vero e proprio marchio di fabbrica. "= 1" è un disco dove i riff chitarristici tornano a essere protagonisti: Simon Bride (che a tratti ricorda l'ottimo Gary Moore) duetta e duella con Don Airey con calibrata energia, l'apporto sempre più rilevante di Bob Ezrin anche in fase di composizione regala almeno un paio di canzoni dall'incedere contagioso e non privo di geniali intuizioni: la divertente "Lazy Nod" e la pulsante e articolata "A Bit On The Side" (miglior prestazione vocale di Gillan). Il tastierista Don Airey onora il ruolo che fu dell'ineguagliabile Jon Lord, rispolverando tutto il fascino di quell'incrocio di riff tra chitarra e organo che, unitamente al fin troppo classico passo ritmico di Ian Paice, ha contrassegnato la fase più nota della band.
"= 1" è un album che forse qualche critico troverà non privo di cliché e di inutili ripetizioni di stile, ma è anche la raccolta più solida di canzoni del gruppo dai tempi di "Perfect Stranger". Un disco che ha dispensato già vari singoli di ottima fattura - "Picture Of You" ma soprattutto "Portable Door", destinata a diventare una delle punta di forza dei concerti - e non lesina ulteriori potenziali hit - "If I Were You", "Show Me" - nonché due pezzi da novanta come la notevole "Now You're Talkin'" e il brioso rock'n'roll di "Old-Fangled Thing"