L’evento al cinema è distribuito da Nexo Studios in collaborazione con Concerto Music e Universal.
In concomitanza all’uscita del film, verrà ripubblicato anche il doppio album live omonimo che racchiude i grandi classici del cantautore modenese, pubblicato nel 1984 come risultato di 4 concerti che Guccini tenne quell’anno. La riedizione di “Fra la via Emilia e il West” ha un audio completamente rimasterizzato per l’occasione e in copertina il disegno originale che Bonvi, grande amico di Francesco Guccini, realizzò per il poster del concerto di Piazza Maggiore.
Sarà disponibile in digitale, 2cd, 2Lp, box deluxe 2cd+2Lp con stampa esclusiva.
Una speciale edizione del Box numerata con stampa autografata sarà disponibile solo sullo shop online di Universal Music. Il pre-order è disponibile al seguente link.
Tracklist del concerto:
I’m Back (eseguita da Andy J. Forest)
Canzone per un'amica
Autogrill
Auschwitz (eseguita dall'Equipe 84)
Nanin Pupin (eseguita dai Viulan)
Il vecchio e il bambino
Dio è morto (eseguita dai Nomadi)
The Cuckoo / Jack Of Diamonds / Moonshiner (medley di brani folk eseguito da Deborah Kooperman)
Canzone dei dodici mesi
L'isola non trovata
Genova per noi (eseguita da Paolo Conte)
Piazza Grande (eseguita da Lucio Dalla)
Piccola città
Maddalena (eseguita da Pierangelo Bertoli)
La locomotiva
Tracklist album “Fra la via Emilia e il West”:
Disco 1Il 21 giugno 1984 Bologna venne invasa da oltre 160mila fan accorsi per assistere a quello che per l’epoca si rivelò essere un evento musicale senza precedenti: il concerto per celebrare i vent’anni di attività musicale di Francesco Guccini. Sul palco in Piazza Maggiore, a festeggiare con lui, si avvicendarono grandi amici e colleghi come Lucio Dalla, Paolo Conte, Nomadi con Augusto Daolio, Pierangelo Bertoli e moltissimi altri.
Il titolo “Fra la Via Emilia e il west” proviene da un verso della canzone “Piccola città” in cui Guccini parla di Modena sua città natale. Ha raccontato Francesco Guccini: "La via Emilia tagliava Modena in due; la strada dove abitavo, da una parte, si incrociava con essa. Dall'altra parte c'erano già gli ampi campi della periferia. Erano un po' il nostro "West" domestico: bastava fare due passi, o attraversare una strada, e c'erano già indiani e cow-boys, cavalli e frecce; c'era, insomma, l'Avventura, tradotta in "padano" dai film e dai fumetti. Poi la via Emilia continuò a tagliare Modena in due, ma il West aveva volto diverso, e il "mito americano", quello di tante generazioni oltre alla mia, parlava lingua diversa, quella del rock, delle copertine dei dischi, della faccia di James Dean in Gioventù bruciata, dei libri che altri appena prima di noi avevano scoperto e voltato in italiano. Ma i due riferimenti esistevano sempre, un piede di qua e uno di là, il sogno (meglio, l'utopia) e la realtà...".