James Blake scatena una polemica contro l'industria musicale e l'intelligenza artificiale

di Giuliano Delli Paoli
04-03-2024

James Blake ha scatenato un dibattito sulla musica nel mondo di oggi e sul ruolo dei musicisti con esempi personali dirompenti attraverso dei tweet, riportati poi anche da Kanye West e Ty Dolla $ign sui loro profili Instagram: “L’industria della musica non è fottuta, di più. [...] Volete buona musica o volete quello per cui pagate? Se vogliamo musica di qualità, qualcuno deve pagarla”. Parole che hanno fatto il giro del web, alimentando consensi su quelli che sono i temi centrali di una questione annosa che ormai si pone anche nel nostro paese, come ad esempio nei casi di Sangiovanni e Mr. Rain, recentemente costretti a prendersi un periodo di pausa "forzata", con annesse polemiche sui massacranti ritmi imposti spesso dalle major. Per Blake il lavaggio del cervello è solo l’inizio di una nuova pericolosa era che vede affacciarsi anche l’intelligenza artificiale prepotentemente nel mondo della musica: “Ricordate quando la mia cover di Godspeed è diventata virale? Né io, né Frank (Ocean, autore del pezzo, ndr) abbiamo guadagnato un centesimo perché si trattava di un “original sound” contenuto nei video. La gente non sa nemmeno che ero io visto che il mio nome non compariva da nessuna parte. La prossima volta che i vostri artisti preferiti diventano virali, ricordate che non stanno guadagnando un bel niente”. E ancora: “Oggi la gente pensa che la musica sia gratis. È più economico produrre velocemente musica sintetica da pubblicare ogni settimana sulle piattaforme di streaming per capitalizzare sui punti di forza del modello. E infatti guardate come vi stanno preparando alla musica generata dall’intelligenza artificiale dalla quale i musicisti non guadagnano nulla”.