Kraftwerk: in arrivo tre nuove edizioni di "Autobahn" per il cinquantennale. Le date live in Italia

22-01-2025

"Autobahn", lo storico album dei Kraftwerk datato 1974, ha appena compiuto cinquant'anni. Per l'occasione, la band tedesca ha annunciato per il 7 marzo 2025 tre nuove edizioni del disco. Dopo aver rivisitato i master tape originali da 16 tracce, il fondatore dei Kraftwerk, Ralf Hütter, e l'ingegnere Fritz Hilpert hanno realizzato un nuovo Dolby Atmos Mix che permette l’ascolto a un più alto livello qualitativo di questa celebre registrazione.
Il nuovo Dolby Atmos Mix sarà disponibile come disco Blu-ray e in formato digitale e, per gli amanti del vinile, l'album stereo viene stampato per la prima volta come un Picture Disc in vinile molto attraente, rendendolo l'unico Picture Disc ufficiale della discografia dei Kraftwerk.

La nuova versione di “Autobahn” sarà disponibile nei seguenti formati:

  • Disco audio Blu-ray con mix Dolby Atmos, mix 5.1, mix stereo, montaggi 2024 di Autobahn e Kometenmelodie 2 (nel mix Dolby Atmos, mix 5.1, stereo) più un video visualizzatore di Autobahn utilizzando le proiezioni live di Kraftwerk.
  • Un vinile Picture Disc da 12 pollici (rimasterizzazione stereo del 2009)
  • Release digitale del mix Dolby Atmos (Apple Music, Amazon, Tidal etc)

Inoltre, un nuovo singolo di “Autobahn” (che originariamente divenne un successo underground nel Regno Unito e negli Stati Uniti), sarà pubblicato su vinile 7” e in digitale il 14 febbraio 2025:

A. Autobahn
B. Kometenmelodie 2

I Kraftwerk festeggeranno i 50 anni di "Autobahn" con alcuni concerti negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Europa, incluse le due date italiane previste il 18 luglio 2025 al Teatro del Silenzio di Lajatico (Pisa) e il 25 luglio al Teatro Antico di Taormina.

kraftwerkab50vinyl_600


Nell'anno domini 1974, l'elettronica tedesca ha già gettato i suoi fertilissimi semi, tra corrieri cosmici e intrepidi kraut-rocker. Epperò resta ancora musica algida ed elitaria, per pochi eletti. Solo passando attraverso l'Autostrada dei Kraftwerk diventerà "volkmusik", musica popolare e universale. Già, perché Ralf Hutter e Florian Schneider, i due ineffabili simbionti di Dusseldorf, hanno saputo compiere un'operazione gigantesca: amalgamare il battito caldo e primitivo della afro/black music con le atmosfere più gelide e rarefatte della musica bianca. Un'impresa immane, folle, proibitiva. Eppure ce l'hanno fatta... Due decenni dopo, Derrick May, uno dei guru della nuova scena dance, attesterà che la techno non è nient'altro che "George Clinton e i Kraftwerk chiusi in ascensore"...
I Kraftwerk sono musica in movimento, avanguardia nel vero senso del termine ("stare avanti"), e non nella sua snobistica interpretazione ("musica di difficile ascolto") ad uso e consumo di un pugno di critici annoiati. Dagli esordi fino all'approdo al pop sintetico, i due di Dusseldorf sono rimasti alla testa del gruppo, pedalatori infaticabili alla ricerca di nuovi ibridi e alchimie sonore. Androidi semiseri del rock, metà uomini-metà macchine, Ralf e Florian hanno percorso una loro personalissima "autobahn", spinti dalle pulsioni sperimentali di teutonica scuola (Stockhausen, la "kosmische musik") e proiettati verso la musica che ancora non c'era (la new wave, il synth-pop, l'hip-hop, la dance, la house, la trance, la techno...).

Nel 1970, conclusi gli studi classici, i due giovani allievi di Stockhausen dirigono già una formazione denominata Organisation, supportata da tre percussionisti. "Tone Float" è l'unica opera pubblicata, nel segno di timide sperimentazioni elettroniche. Ralf e Florian, allora, decidono di puntare tutto sulla costruzione del mitico Kling Klang Studio, capannone dedicato a installazioni grafiche e musica elettronica che, partendo da qualche vecchio registratore, drum machine e altri marchingegni futuribili, diventa in breve tempo il motore del progetto Kraftwerk. I primi due album ("1" e "2") si inseriscono nel filone della nascente scuola tedesca di Tangerine Dream, Klaus Schulze, Cluster & C. e gettano le basi per la futura nascita della musica "industrial". "Ralf & Florian" del 1973, invece, è un lavoro di transizione, verso quell'approdo perfetto del sound-Kraftwerk che è "Autobahn".
Arricchito dall'introduzione del Moog, "Autobahn" è un capolavoro d'equilibrio senza pari nella storia del rock elettronico. Equilibrio tra rumori e melodie, sperimentazioni d'avanguardia e pop, danze ancestrali e ritmi "concreti", umanesimo e cibernetica, tecnologia e arte. Definito da Ralf Hütter "una specie di raga pensato per l'ascolto in automobile", l'album è una sinfonia per motori. Motori che rombano, che mormorano suoni e rumori in un'armonia ipnotica. "Düsseldorf, la città in cui viviamo, è il centro della più grande zona industriale tedesca — raccontavano i due - La nostra musica è quella della realtà urbana, con i ritmi e i suoni che producono le fabbriche, i treni e le automobili. Lavoriamo in questo contesto e ne siamo influenzati, come degli operai della musica, per otto-dieci ore al giorno nel nostro studio di registrazione. Amiamo i computer e le macchine che noi stessi ci siamo costruiti, con esse abbiamo una relazione semi-erotica". Romanticismo mitteleuropeo, estetica futurista e un sentire tipicamente "soul" si incrociano sull'Autostrada dei Kraftwerk per dar vita al suono del futuro.

Sarà anche il disco decisivo per la svolta di metà anni 70 di David Bowie, che lo spingerà a realizzare album come "Station To Station" e la celebre trilogia berlinese. Il Duca Bianco ha infatti raccontato che sulle superstrade della California, viaggiava con "Autobahn" come colonna sonora permanente, sognando il ritorno nella "sua" Europa. L'approdo berlinese avrebbe concretizzato quelle intenzioni. Suggestionato dai Krafwterk di "Autobahn", Bowie finirà a sua volta con il sedurre il quartetto teutonico, che l'anno seguente nella suite definitiva "Trans-Europe Express" reciterà: "...from station to station, back to Dusseldorf city, meet Iggy Pop and David Bowie..." . Il gioco di citazioni incrociate, proseguito poi con "V2 Schneider in "Heroes", sarà talmente folgorante da irrompere in modo decisivo nell'immaginario delle nuove generazioni di musicisti wave (Ultravox, Joy Division, Bauhaus e molti altri), che avranno nell'accoppiata Bowie/Kraftwerk i loro numi tutelari.