I migliori 20 concept-album classic rock di sempre, nella classifica del magazine Radio X

30-05-2025
"Quando il rock si fa concettuale, riesci a seguire la storia?". Con questa domanda, il magazine Radio X presenta la sua nuova classifica, dedicata ai migliori concept-album in ambito classic rock. 
Come è noto, il concept-album è un disco in cui tutti i brani concorrono a costruire un significato unitario, spesso sviluppando un tema centrale o raccontando una storia, che può emergere a livello musicale, testuale o narrativo. In alcuni casi, il termine viene usato per descrivere album dalla forte coesione stilistica o con un chiaro filo conduttore, sia musicale che lirico. Tuttavia, non esiste una definizione univoca: i criteri per stabilire cosa costituisca davvero un concept album variano molto e spesso suscitano opinioni contrastanti.
Questa struttura è particolarmente comune nell’art rock e rappresenta una delle caratteristiche distintive del progressive rock, ma si ritrova anche in altri generi come jazz, pop, heavy metal e hip-hop. Generi qui esclusi, perché - come detto - la lista fa riferimento solo al cosiddetto "classic rock".
Ecco i 10 migliori concept-album classic rock di sempre, secondo il magazine Radio X (qui il servizio completo).

  1. The Beatles – Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band (26 maggio 1967)
  2. The Moody Blues – Days Of Future Passed (10 novembre 1967)
  3. Bee Gees – Odessa (febbraio 1969)
  4. The Who – Tommy (19 maggio 1969)
  5. The Kinks – Arthur (Or The Decline And Fall Of The British Empire) (10 ottobre 1969)
  6. Jethro Tull – Thick As A Brick (3 marzo 1972)
  7. Aphrodite's Child – 666 (giugno 1972)
  8. David Bowie – The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars (16 giugno 1972)
  9. Rick Wakeman – The Six Wives Of Henry VIII (23 gennaio 1973)
  10. Lou Reed – Berlin (5 ottobre 1973)
  11. Yes – Tales From Topographic Oceans (7 dicembre 1973)
  12. Electric Light Orchestra – Eldorado (settembre 1974)
  13. Genesis – The Lamb Lies Down On Broadway (22 novembre 1974)
  14. Alice Cooper – Welcome To My Nightmare (28 febbraio 1975)
  15. The Alan Parsons Project – Tales Of Mystery & Imagination (25 giugno 1976)
  16. Pink Floyd – The Wall (30 novembre 1979)
  17. The Stranglers – The Gospel According To The Meninblack (9 febbraio 1981)
  18. Roger Waters – Radio K.A.O.S. (15 giugno 1987)
  19. Marillion – Clutching At Straws (22 giugno 1987)
  20. Iron Maiden – Seventh Son Of A Seventh Son (11 aprile 1988)

A trionfare è dunque un classico come "Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band", del quale Alessandro Sessa nella pietra miliare di OndaRock scrive: "E' il 1° giugno 1967, da questo momento la musica pop cambia definitivamente aspetto e contenuti: esce "Sgt. Pepper's Lonely Heart Club Band", ottavo album dei Beatles in cinque anni. Si può capire tutti i tratti rivoluzionari di questo lavoro solamente ascoltando la musica di quegli anni; basti ascoltare il rock'n' roll americano anni 50 e il beat inglese dei primi 60, suo figlio legittimo. Con "Sgt. Pepper's" i quattro ragazzi di Liverpool si permettono di rigirare come un guanto la musica contemporanea. Parafrasando tematiche politiche, si potrebbe dire che hanno condotto un colpo di stato, instaurando un regime agli antipodi col precedente senza che la popolazione si accorgesse di quanto stava accadendo, senza vedere soldati e carri armati per strada. E' il primo concept-album di successo della storia del rock: c'è un filo conduttore, infatti, che rende il lavoro unitario e logico (...)

"Sgt. Pepper's" esprime appieno il clima di cambiamento e di anticonformismo che si viveva in quegli anni, i Beatles stravolsero ogni regola e con questo album rivoluzionarono anche il lavoro in studio di registrazione che divenne lungo ed estenuante, ma originale e creativo come mai prima era accaduto.
I testi abbandonano le tipiche tematiche adolescenziali e il sempre verde binomio "cuore-amore" per affrontare temi introspettivi, rapporti con i fan, esperienze "metafisiche" ed eventi direttamente vissuti dai protagonisti o riscontrabili nelle cronache dell'epoca.
E' opinione comune, ed empiricamente verificabile, che da allora nulla suonò come prima: non esisteva questo tipo di elettronica applicata alla musica, e trovare suoni nuovi, "far suonare una chitarra come un piano e un piano come una chitarra" (John Lennon) era un' impresa assai ardua. Per esempio, per creare una voce diversa venivano immersi i microfoni dentro bottiglie d'acqua piene, oppure si cantava in posizioni scomode, così da comprimere la cassa toracica e ottenere una voce del tutto peculiare. Fa poi il suo ingresso in pompa magna l'orchestra applicata al contesto pop-rock, sulla falsariga di quanto già sperimentato (ma con risultati assai meno entusiasmanti) dai Moody Blues: il crescendo di "A Day In The Life", infatti, fu realizzato da ben 160 elementi.

Anche la copertina è significativa: una copertina completamente a colori e distribuita nella stessa versione in tutto il mondo (era una rarità all'epoca); il termine "album" è coniato proprio per "Sgt. Pepper's" e da "Sgt. Pepper's", il disco infatti si apre come un album fotografico e al suo interno sono presenti foto, testi e addirittura gadget. La foto della frontcover è piena di riferimenti più o meno criptici: i Beatles hanno voluto dietro di sé i personaggi che avevano segnato la loro vita, ma non mancavano molti riferimenti inquietanti quali Timoty Leary (il teorico dell'Lsd), Adolf Hitler, Aleister Crowley (il padre del satanismo moderno) e le piante che cingevano la scritta Beatles ai loro piedi erano piantine di marijuana.
Una produzione senza precedenti, insomma, sia dal punto di vista estetico sia da quello contenutistico. Un'accuratezza e una precisione nei particolari che non era mai stata vista in un prodotto di intrattenimento "popolare" destinato al consumo di massa. Con "Sgt. Pepper's", la musica pop si sdogana finalmente dal ruolo marginale, accessorio e meramente leggero che l'aveva caratterizzata fino ad allora ed entra a pieno titolo nelle forme dell'opera d'arte.