Gli album live da sempre dividono i fan, sono motivo di culto e discussione permanente. Di recente, su OndaRock, ce ne siamo occupati pubblicando la nostra classifica dei migliori dischi dal vivo di sempre, a giudizio della redazione. Dell’argomento si sono occupati anche una puntata ad hoc di Rock in Onda e uno speciale, intitolato “Che ne è stato dei live album? - I dischi dal vivo vanno sempre meno, ma anche sempre di più”.
Ora, il magazine Radio X pubblica la sua top 30, sottolineando come i dischi dal vivo rappresentino un’opportunità unica per i più grandi artisti mondiali di mostrare il loro vero talento di fronte a una live audience.
Ecco i 30 migliori dischi live secondo Radio X (qui il servizio completo).
1. The MC5 - Kick Out The Jams (febbraio 1969)
“At Fillmore East”, “Live/Dead”, “Happy Trails”, “At Folsom Prison”, “Kick Out The Jams”, “Under A Blood Red Sky”. Ma anche “À l’Olympia” (Alan Stivell), “Live At The Apollo” (James Brown), “Live” (Barclay James Harvest), “Irish Tour '74” (Rory Gallagher). Dove sono finiti, dischi così? Album dal vivo capaci talvolta di scalare le classifiche e, in alcuni casi, di imporsi come le opere più rappresentative nella carriera dei rispettivi autori?
Nell’elenco delle pietre miliari di questo sito, osserveranno i lettori più smaliziati. Altra risposta possibile: su tutte le principali piattaforme di streaming. Vero. Ma la domanda non era davvero quella. Il punto, piuttosto, era: questi e altri album live, un tempo mitologici, lo sono ancora altrettanto? E di nuovi live album leggendari ne escono ancora? Ne sono stati pubblicati negli ultimi, facciamo, vent’anni?
La percezione diffusa, fra appassionati e osservatori giornalistici, è che non sia così. Che il formato live album stia da molto attraversando una fase di declino. In tempi recenti, diverse testate hanno cercato di indagare il perché della morte dell’album dal vivo (gioco di parole troppo naturale per evitarlo): fra gli altri, ci hanno provato Graeme Thomson su The Spectator, Matt Mills su Whynow e, nelle scorse settimane, anche Il Post. Le argomentazioni sviluppate negli articoli sono similari, e analoghi (nonché assai scarsi) sono anche i dati su cui le analisi risultano basate.
Gli hard facts essenzialmente sono questi: quantomeno dal nuovo millennio, i live album sono sostanzialmente scomparsi dalle classifiche degli album più venduti (e, oggi, più riprodotti in streaming); sempre più raramente popstar di primo piano pubblicano e promuovono propri dischi dal vivo; sulle principali piattaforme di streaming musicali anche album dal vivo che una volta erano topseller oggi arrancano rispetto ad altri titoli dello stesso artista. Per di più, algoritmi e playlist editoriali attraverso cui le piattaforme propongono ai loro utenti nuova musica sembrano penalizzare le registrazioni dal vivo, e le playlist interamente dedicate a musica live, anche quando molto seguite, hanno una frazione assai limitata di like rispetto ad altre playlist di successo (uno dei pochi esempi quantitativi citati è il confronto fra i centomila like Spotify di “Legendary Live Performances”, nel frattempo sostituita da “Rock Live”, 90mila like circa, e gli oltre dodici milioni di “Rock Classics”, in cui non figurerebbero brani dal vivo). Tuttavia, in realtà il quadro è più complesso e sfumato di come potrebbe sembrare, come spiegato dal nostro Marco Sgrignoli nel sopraccitato speciale “Che ne è stato dei live album?”.