Mogol torna sul celebre verso di Battisti: "Quelle braccia tese non erano per il duce, Lucio non era di destra"

22-04-2025
Un tormentone che ciclicamente si abbatte sulla storia della canzone italiana: quello secondo cui Lucio Battisti sarebbe stato di destra. Un falso mito alimentato dalla circostanza che il cantautore di Poggio Bustone, in epoca di grande impegno politico, non si era mai schierato e aveva preferito indulgere su temi più intimisti e personali. Come pietra dello scandalo, viene spesso (ingenuamente) citato il verso “planando sopra boschi di braccia tese”, presente all'interno del brano "La collina dei ciliegi". Ora, in una intervista al Corriere della Sera, l'autore di quel testo, Giulio Rapetti alias Mogol, è tornato a spiegare (per l'ennesima volta) che "le braccia erano tese per il Signore, non per il duce". Quindi ha aggiunto: "Non l’ho mai sentito parlare di politica, Lucio era al di fuori. Era un individualista, credeva nella libertà. Non mi risulta che andasse a votare".



Sempre nell’intervista al Corriere della Sera, Mogol è tornato anche sulla fine del rapporto con il cantautore reatino: "Io rivendicavo un rapporto paritario nella distribuzione dei ricavi, cinquanta e cinquanta. Non andò così. E rompemmo, ma soltanto professionalmente".
In una intervista per OndaRock, invece, lo storico paroliere aveva raccontato così la separazione: "Fui io a non accettare più di scrivere con lui. Gli avevo chiesto semplicemente pari condizioni, lui all’inizio sembrava aver accettato, poi ha cambiato idea e io allora, non per ragioni di soldi, ma di principio, ho deciso di mollare. Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, la Siae prevedeva 8/24esimi all’orchestratore e 4/24esimi all’autore delle canzoni, e io ho accettato queste condizioni, anche se all’epoca io ero già noto e lui no, ma era la norma. Però alla fine nelle edizioni io avevo il 9% e lui il 52%, la cosa giusta sarebbe stata 50 e 50 e io ho chiesto questa condizione per proseguire la nostra co-edizione. Ma lui non ha accettato e io non ho più scritto. Ripeto: non fu per questioni di soldi, ma di principio".
E a proposito del successivo periodo “periodo bianco” di Lucio Battisti, caratterizzato dalla collaborazione con Pasquale Panella, Mogol ha aggiunto: "Lucio mi disse che non voleva che le nuove canzoni fossero paragonate a quelle che avevamo scritto insieme. Ma aveva cambiato anche modo di scrivere. Perché con me lui faceva prima la musica e io scrivevo i testi, con Panella, invece - mi ha raccontato lui stesso - si faceva mandare i testi e poi ci costruiva sopra la musica. Era una formula completamente diversa, ma rispetto comunque il loro lavoro e non ho nulla da obiettare".