Rick Buckler, storico batterista dei Jam, è scomparso il 17 febbraio all'età di 69 anni. La notizia è stata confermata dai suoi ex-compagni di band sui social media, ma le cause del decesso non sono state rese note. Paul Weller, leader della formazione punk britannica, ha espresso il suo dolore su Instagram, ricordando gli inizi del gruppo: "Sono scioccato e addolorato. Ripenso a quando provavamo nella mia stanza a Stanley Road, a Woking, ai pub e ai club in cui abbiamo suonato da ragazzi, fino ad arrivare a incidere un disco. Che viaggio incredibile!". Anche Bruce Foxton ha affidato un messaggio ai social, pubblicato sull’account X/Twitter di Weller: "Sono devastato. Rick era una brava persona e un grande batterista, i cui pattern innovativi hanno contribuito a definire il nostro suono. Sono felice di aver avuto l’opportunità di lavorare con lui così a lungo. I miei pensieri vanno a Leslie e alla sua famiglia in questo momento così difficile". La famiglia di Buckler ha diffuso un comunicato in cui lo ricorda come un "marito, padre e nonno amorevole", sottolineando che il musicista si è spento "serenamente lunedì sera a Woking, dopo una breve malattia, circondato dai suoi cari".
La storia dei Jam ha inizio nel 1975, a Woking (Inghilterra), quando quattro compagni di scuola si incontrano dopo le lezioni per strimpellare insieme i propri strumenti; oltre a Weller, c'è il bassista Bruce Foxton, il batterista Rick Buckler e il chitarrista Steve Brookes, che presto però abbandonerà la partita. I principali punti di riferimento musicali sono da un lato la scena underground punk che stava per esplodere con inimmaginabile furore, dall'altro il revival mod anni 60, con in testa gli Who (soprattutto quelli di "Quadrophenia") e gli Small Faces, più una spruzzatina di soul Tamla Motown style. La miscela così prodotta inizialmente è più indirizzata verso un orecchiabile punk-rock, ma, disco dopo disco, si va ammorbidendo, strizzando sempre più l'occhio al pop e a testi impegnati: in questa fase il punto di riferimento più concreto diviene quello dei Kinks. In un'epoca in cui il singolo, il 45 giri, è ancora un prodotto di successo, Weller e compagni riescono a imbroccare una sequenza di canzoni d'oro che varrà loro l'eterno culto dei fan. I Jam sono stati tra i grandi protagonisti della scena punk e new wave tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80, pubblicando una serie di album di successo tra cui “In The City”, “This Is The Modern World”, “All Mod Cons”, “Setting Sons”, “Sound Affects” e “The Gift”. Weller e compagni sono anche stati tra i principali artefici della rinascita del movimento mod. La band inglese ha collezionato 18 singoli consecutivi nella top 40 britannica fino allo scioglimento nel dicembre 1982, piazzando quattro brani al primo posto in classifica, tra cui "Going Underground" e "A Town Called Malice".
Dopo il tour mondiale che seguì l’uscita di “The Gift”, Weller decise di sciogliere la band per fondare gli Style Council e quindi intraprendere una carriera solista. Da allora, Buckler ha suonato con i Time UK e con gli Sharp, ma ha finito per diradare l’attività di musicista per dedicarsi alla produzione e alla gestione del suo studio di registrazione. Si è tornati a parlare di lui nel 2005 come membro dei Gift, tribute band che prendeva il nome dal titolo dell’ultimo album dei Jam. Il gruppo ha poi cambiato nome in From the Jam e con loro ha suonato anche Foxton. Ha raccontato la sua storia in vari libri libri tra cui "The Jam: Our Story", scritto con Foxton, l'autobiografia "That’s Entertainment: My Life in the Jam" e "The Jam 1982", quest’ultimo dedicato all’anno finale della band e scritto con Zoë Howe. Negli ultimi tempi, Buckler aveva dovuto annullare un tour di spettacoli spoken word nel Regno Unito per motivi di salute.