Affinità elettive - e scambi di cortesie - tra due dei massimi cantautori contemporanei. Nei giorni scorsi, con un post su X/Twitter, Bob Dylan aveva raccontato le sue impressioni sul concerto di Nick Cave cui aveva assistito all'Accor Arena di Parigi, in occasione della data francese del tour di "Wild God", lo scorso 17 novembre: “Sono rimasto davvero colpito dalla canzone ‘Joy’ in cui canta ‘We've all had too much sorrow, now is the time for joy’ (‘Abbiamo avuto tutti troppa tristezza, ora è il momento della gioia’). Tra me e me, ho pensato: sì, è proprio così”, aveva scritto il cantautore di Duluth. Ora, rispondendo come al solito alle email dei fan nei suoi "The Red Hand Files", Cave ha condiviso la sua reazione alle parole di Dylan.
"Avresti mai immaginato che Bob Dylan assistesse al tuo concerto e ne scrivesse su Twitter con entusiamo?", gli aveva chiesto un fan newyorkese di nome John. Nick Cave ha replicato mostrando una sua vecchia foto in compagnia di Dylan nel 1998 e scrivendo: "Caro John, seduto a letto con Susie in uno stato di torpore post-tour, guardando 'Carry On Up the Khyber' e mangiando cioccolatini belgi (regalo di un fan), il mio telefono si è improvvisamente illuminato quando degli amici hanno iniziato a inviarmi con eccitazione il tweet di Bob Dylan. Non sapevo che Bob fosse al concerto, e il suo tweet è stato come un piacevole impulso di gioia che ha penetrato il mio stato di stanchezza estrema, quasi da zombie. ‘Ti sei ripreso!’ mi ha detto Susie. Ero felice di sapere che Bob fosse su X, mentre molti avevano scelto di fare una 'Twitterectomia' scegliendo un altro social come Bluesky - ha aggiunto il cantautore di Melbourne - Mi sembrava ammirevolmente controcorrente, in un certo senso alla Bob Dylan. In effetti sentivo che era un momento di gioia piuttosto che di dolore. C'è stato un eccesso di disperazione e angoscia intorno alle elezioni, e non si poteva fare a meno di chiedersi quando fosse successo che la politica fosse diventata tutto. Il mondo è diventato completamente disilluso, e la sua ossessione febbrile per la politica e i suoi leader ha innalzato tante barriere che impedivano di percepire qualcosa di lontanamente simile allo spirito, al sacro, al trascendente – quel luogo sacro dove risiede la gioia. Mi sono sentito orgoglioso di essere in tour con i Bad Seeds e di offrire, attraverso uno spettacolo rock ‘n’ roll, un antidoto a questa disperazione, qualcosa che trasportava le persone in un luogo al di là del terribile dramma del momento politico. Sono entusiasta - ha concluso Cave - al pensiero che Bob Dylan fosse tra il pubblico e, dato che dubito di avere l’occasione di ringraziarlo di persona, lo farò qui: 'Grazie, Bob!’".
"Joy” è una delle tracce di "Wild God", l'ultimo lavoro di studio di Nick Cave con i Bad Seeds, pubblicato lo scorso 30 agosto e presentato dal vivo in concerto anche a Milano il 20 ottobre (qui il nostro live report).
Il Wild God Tour di Nick Cave & The Bad Seeds, ultimata la tranche europea, riprenderà da Boston il 15 aprile 2024 con la sezione nordamericana, che vedrà come opening act St. Vincent.
Ecco la scaletta ufficiale del concerto di Nick Cave a Milano:
Frogs
Wild God
Song of the Lake
O Children
Jubilee Street
From Her to Eternity
Long Dark Night
Cinnamon Horses
Tupelo
Conversion
Bright Horses
Joy
I Need You
Carnage
First Rescue Attempt
Red Right Hand
The Mercy Seat
White Elephant
O Wow O Wow (How Wonderful She Is)
Papa Won’t Leave You, Henry
The Weeping Song
Into My Arms
Intanto in arrivo al cinema solo il 2, 3 e 4 dicembre “Mutiny In Heaven | The Birthday Party. Nick Cave – La prima fila non è per i fragili”, il documentario che porta per la prima volta sullo schermo il racconto sincero e senza sconti dell’ascesa e dell’implosione dei Birthday Party, la band guidata da Nick Cave nata nel 1977 a Melbourne, dalle cui ceneri sarebbero poi sorti i Bad Seeds.
Diretto da Ian White e prodotto da Wim Wenders, il film è stato presentato in anteprima al Seeyousound International Music Film Festival di Torino. L’elenco delle sale che parteciperanno all’evento sarà disponibile a breve su nexostudios.it e le prevendite apriranno il 6 novembre.
Attraverso le voci e le testimonianze dei protagonisti, White si ripropone di mostrare tutto il tormento e l’angoscia che nei loro show dal vivo sfociava spesso in momenti di violenza. “La prima fila non è per i fragili”, avvisa a un certo punto un giovanissimo Cave, poco prima dell’inizio di un folle concerto dei Birthday Party. Il batterista Phill Calvert descrive i concerti del 1981 come “molto violenti e pericolosi tra la band e il pubblico”. Mick Harvey ricorda come la tensione crescesse durante i concerti: “Era spaventoso essere sul palco prima che le cose andassero fuori controllo”, ricorda. E il documentario, in un’ora e mezzo di musica, grida, parole e caos, sottolinea il clima anarchico e selvaggio che accompagnava le esibizioni della band.
“Mutiny in Heaven: The Birthday Party” è il primo documentario autorizzato sulla band australiana e presenta interviste esclusive con Cave, Calvert, Harvey e Howard. Ripercorre i primi passi del gruppo a Melbourne, quindi i suoi spostamenti a Londra e Berlino, prima di tornare nella megalopoli d’Oceania per un esplosivo concerto finale. Il tutto tra seri problemi di tossicodipendenza, eccessi e derive violente.
“Mutiny In Heaven | The Birthday Party. Nick Cave – La prima fila non è per i fragili” racconta la storia di uno dei gruppi post-punk più selvaggi di sempre, risucchiato nel caos vorticoso dei locali fumosi di Londra e Berlino. La determinazione e la volontà di non cedere mai a compromessi sono la partenza per affrontare con uno sguardo crudo l’intreccio tra ispirazione artistica e dipendenze, tra fama e conflitti interpersonali, il tutto sostenuto dall'umorismo cupo e ironico dei singoli membri della band.
Utilizzando interviste esclusive e incredibilmente schiette a Nick Cave e compagni, un ricco repertorio di immagini d’archivio rare e inedite, opere d'arte, brani musicali, filmati in studio, animazioni e contenuti multimediali – si legge in una nota - Ian White realizza un film visivamente ricco e narrativamente avvincente, attingendo anche a un'enorme collezione di oltre 1.000 pezzi d'archivio recentemente ritrovati, tra lettere, diari, cartoline, fotografie, ritagli di giornale, manifesti, volantini, corrispondenza personale e scalette, che offrono al pubblico uno sguardo inedito sulla band, sulle sue incredibili performance e sulla sua spettacolare e caotica carriera.