Radiohead: in onda su Rai5 il documentario "Soundtrack for a Revolution". Possibile un nuovo tour nel 2025

13-05-2025
Stasera, 13 maggio, su Rai5 alle 23,30 (poi in streaming su RaiPlay), va in onda “Radiohead. Soundtrack for a Revolution”, il documentario di Benjamin Clavel che narra l'ascesa di Thom Yorke e compagni nell'empireo della musica rock. Il film racconta come il gruppo nato a Oxford sia tra i grandi protagonisti del rinnovamento del rock britannico a cavallo tra gli anni Novanta e il Duemila. Partendo dalle tradizioni pop d'oltremanica, i Radiohead hanno saputo coniare un linguaggio musicale peculiare, che combina cupe visioni futuriste con uno spleen malinconicamente decadente. Dal pop-grunge di "Pablo Honey" al rock futurista di "Ok Computer", dall'elettronica di "Kid A" e "Amnesiac" agli arrangiamenti orchestrali di "A Moon Shaped Pool" il doc racconta le tante evoluzioni dei Radiohead, punta di diamante della musica britannica.

Nei giorni scorsi sono continuati ad arrivare segnali di un possibile ritorno dei Radiohead. Quattro biglietti per un "concerto a scelta" della band inglese sono stati donati direttamente dal management della band, Blueyed Pictures, a un'asta di beneficenza per il soccorso agli incendi di Los Angeles, organizzata dalla Palisades High School e conclusasi ieri, 17 marzo. L'inserzione dell'asta indicava che l'offerente con la puntata più alta poteva scegliere la città e la data preferite "in base al calendario del tour della band", suggerendo così un imminente annuncio. Una fonte vicina al gruppo, che ha chiesto di rimanere anonima, ha successivamente confermato a Resident Advisor che i Radiohead hanno prenotato date in alcune città europee per una serie di concerti in residency questo autunno. E il management dei Radiohead avrebbe confermato un imminente tour della band nel corso di quest'anno.

Di recente, i Radiohead sono finiti nel mirino dei militanti pro-Pal. Il chitarrista Jonny Greenwood e il musicista israeliano Dudu Tassa sono stati costretti ad annullare due concerti nel Regno Unito a causa di "minacce concrete" in seguito a un appello al boicottaggio da parte di un gruppo filo-palestinese. Gli organizzatori "hanno ricevuto minacce sufficientemente credibili da concludere che non è sicuro" tenere i concerti a Londra e Bristol, hanno scritto gli artisti in una lettera pubblicata sui social.
Jonny Greenwood, Dudu Tassa e i musicisti della band hanno denunciato di essere vittime di "censura", aggiungendo che "le intimidazioni non aiuteranno a raggiungere la pace e la giustizia che tutti meritano in Medio Oriente" e che "gli artisti dovrebbero essere liberi di esprimersi, indipendentemente dalla loro nazionalità o religione e indipendentemente dalle decisioni prese dai loro governi".
A ottobre, durante un'esibizione da solista a Melbourne, in Australia, anche il leader dei Radiohead, Thom Yorke, aveva subito una contestazione da uno spettatore filo-palestinese che gli aveva urlato: "Quanti bambini morti ci vorranno prima che condanniate il genocidio a Gaza?". Il cantante aveva reagito con stizza, accusando l’uomo di aver rovinato lo spettacolo e sfidandolo a salire sul palco: "Non restare lì impalato come un codardo, vieni qui e dimmelo in faccia".
Già nel 2017 i Radioheadavevano respinto le pressioni per annullare un concerto in Israele, bollando la campagna di boicottaggio come "uno straordinario spreco di energie".