I
Sisters of Mercy tornano in Italia. A distanza di tre anni dall’ultima data milanese e a due dalle più recenti apparizioni nel nostro paese, Andrew Eldritch e compagni sono pronti a tornare in Italia per un evento speciale. Il 27 luglio, la leggendaria band
dark di Leeds si esibirà in uno dei luoghi più iconici di Milano: il Castello Sforzesco, grazie all’organizzazione di Hellfire Booking Agency.
Sarà un’occasione unica per immergersi nell’universo sonoro dei Sisters of Mercy, tra architetture suggestive e atmosfere cupe, perfettamente in linea con l’estetica della formazione guidata da Andrew Eldritch.
La
line-up attuale vede Eldritch alla voce, tastiere, chitarra e programmazione, affiancato da Ben Christo (chitarra, basso e cori) e da Kai (chitarra e cori). Dietro le quinte, il contributo tecnico di Chris Catalyst è essenziale per la gestione delle componenti elettroniche e dell’inseparabile Doktor Avalanche, la
drum machine che da sempre accompagna il suono della band.
In scaletta, accanto a brani iconici come "Temple of Love" (tratto dalla raccolta "Some Girls Wander By Mistake"), troveranno spazio anche gemme meno note.
Nati a Leeds nel 1980, i Sisters of Mercy sono una delle band simbolo del
goth rock e del post punk britannico. Con album fondamentali come "
First And Last And Always", "Floodland" e "Vision Thing", hanno definito un immaginario e un suono che continuano a influenzare generazioni.
I
Sisters Of Mercy funsero da autentico "punto di non ritorno" della
darkwave britannica, specie nell'arco di tempo racchiuso tra il 1983 (anno della sublime sfilata di singoli che culminò nella leggendaria "Temple Of Love") e il 1987, anno dell'album "Floodland". Da questo momento in poi, la loro parabola andrà in inarrestabile discesa, con l'eccezione di un'ultima impennata d'orgoglio nel 1992, anno in cui la riedizione di "Temple Of Love" diede un po' di nuova linfa al gruppo, proiettandolo anche ai vertici delle chart. Nel bel mezzo del loro periodo d'oro arrivò soprattutto il primo full-length, "
First And Last And Always", ovvero il "manifesto" delle intenzioni di Andrew Eldritch, cantante e leader della band, ribattezzato "il messia del gotico", ma all'epoca non ancora assoluto padre-padrone del gruppo, come sarà subito dopo.
Pochi anni bastarono, però, alla band per coniare uno stile assolutamente unico e inimitabile, che nasceva in realtà dall'estremizzazione di tutti gli stereotipi del genere: le loro atmosfere erano forse le più lugubri e malate dell'intero movimento, grazie soprattutto al canto catacombale di Eldritch - che prendeva comunque molto da quello di
Ian Curtis - e al suo sterminato repertorio di litanie perverse e infernali; gli strimpellii delle chitarre, il rombo costante del basso, i soffi spettrali delle tastiere, per contrasto esibivano un sound quasi "levigato", di straordinaria pulizia, che fungeva da perfetto "altare sacrificale" sul quale Eldritch potesse intonare le sue messe nere.
Ma soprattutto i Sisters Of Mercy accentuarono come nessun altro la ballabilità: le loro canzoni erano inquietanti come poche altre, ma quasi non si faceva caso al loro alone occulto grazie a un continuo alternarsi di ritmi possenti e trascinanti. Il loro uso della drum-machine resterà la cifra più inconfondibile del loro sound: anzi, verrà addirittura coniato un termine tecnico specifico, la drum-machine "Avalanche" (valanga), per definire il ritmo sintetico "alla Sisters Of Mercy".