Dopo le tappe da solista di
Laetitia Sadier, per il tour legato al suo ultimo album, "
Rooting For Love", tornano in italia anche gli
Stereolab. Esperienza cruciale degli
anni 90, con la sua miscela di indie rock, pop, bossa nova, elettronica e art rock, l’iconica band sperimentale franco-britannica arriva nel nostro paese a tre anni di distanza dall’ultima occasione. Due gli appuntamenti in programma: il 10 giugno a Ferrara, nell’ambito di Ferrara Sotto le Stelle, e l’11 luglio a Cagliari, all'interno del Siren Festival.
Sono passati quindici anni dall’ultimo album in studio, ma la formazione anglo-francese prosegue la sua attività dal vivo e attraverso una serie di numerose ristampe. Ora gli Stereolab sono impegnati in un tour che li porterà tra Europa e America per gran parte dell’anno. Qui la
nostra intervista a Laetitia Sadier.
Tim Gane, Laetitia Sadier e compagni avvieranno a maggio la tournée con una serie di date europee che si concluderanno a luglio, prima di attraversare l’Atlantico per la tranche americana tra settembre e novembre. A dicembre torneranno nel Regno Unito per la chiusura della
tournée. Sono inoltre in arrivo date in Sud America, come anticipato dalla band.
Lo scorso anno il gruppo ha pubblicato un cofanetto per celebrare la serie "Switched On", il cui ultimo capitolo, "
Pulse Of The Early Brain", risale al 2022. L’ultimo lavoro in studio degli Stereolab, "
Not Music", risale invece al 2010.
Austeri e lievi al contempo, gli Stereolab sono stati un'esperienza cardinale dell'intero decennio Novanta. Il merito non va ascritto solo all'originalità che li ha sempre contraddistinti, ma anche al coraggio che hanno rivelato nel riuscire a sdoganare un intero mondo di suoni presso un pubblico che, tendenzialmente, li aveva sempre snobbati, se non disprezzati in toto. Con l'audacia dei più intrepidi avanguardisti, gli anglo-francesi hanno saputo portare a termine un'operazione sulla carta temeraria: sposare un'inclinazione per l'art-rock presa in prestito da band come
Velvet Underground e
Suicide, una ritmica ossessiva di stampo
kraut-rock e l'amore per la proto-elettronica (i primi esperimenti con i Moog, le tastiere vintage) con il piacere proibito delle melodie pop più facili e orecchiabili. Ne è nata una sorta di
new wave dell'indie-rock, che è riuscita a instillare in quel microcosmo sonorità considerate tabù per decenni (dalla chanson francese degli anni Sessanta all'easy listening e alle colonne sonore d'antan) contribuendo al tempo stesso a forgiare una formula all'avanguardia.