"La mia fortuna e quella di Bruce è che abbiamo sempre messo la nostra amicizia davanti a tutto. Avevamo questo sogno in comune, l’abbiamo realizzato insieme. Ci piacciamo. Bruce è l'unica persona che abbia conosciuto ad avere lo stesso mio modo di concepire il rock'n'roll. Siamo simili nel modo di lavorare, nell'etica, nei gusti. Per noi non era show business, non era un lavoro per fare soldi, non era un hobby. Era tutto, era un sogno. E basta che mi chiami al telefono, e sono sempre pronto a partire con lui per qualche nuovo progetto", così, Steven Van Zandt, per tutti Little Steven, ci raccontava in una intervista esclusiva il suo rapporto con Bruce Springsteen. Figura iconica del rock americano, braccio destro del Boss e volto indimenticabile nei panni di Silvio Dante ne "I Soprano", Little Steven è al centro di un nuovo documentario Hbo che ne celebra la straordinaria carriera. "Stevie Van Zandt" è il documentario Sky Exclusive in onda il 5 luglio su Sky Arte e in streaming solo su Now. Traccia il ritratto di un artista totale: musicista, autore, attore, produttore, attivista e instancabile promotore della cultura rock. Attraverso materiali d’archivio inediti e testimonianze di grandi nomi come Bruce Springsteen, Paul McCartney, Eddie Vedder, Darlene Love, Peter Gabriel e Bono, il film ripercorre il viaggio di Little Steven dai club di Asbury Park, nel New Jersey, fino ai grandi stadi del rock, passando per il mitico Bada Bing Club (il club di Tony Soprano nella storica serie-tv) e l’Underground Garage, l’emittente radiofonica fondata dallo stesso Van Zandt. Guarda qui sotto il trailer del documentario su Stevie Van Zandt.
Il documentario restituisce l’intensità e la passione di un artista che ha fatto della musica uno strumento di cambiamento sociale. Dalla scena del Jersey Shore degli anni 70, con le storiche esibizioni insieme a Springsteen e Southside Johnny allo Stone Pony, alle produzioni soliste con i Disciples of Soul, Van Zandt ha saputo fondere il rock con soul, fiati e impegno politico. Tra gli episodi centrali, il film racconta anche il suo clamoroso abbandono della E Street Band all’apice del successo, la creazione dell’inno “Sun City” nel 1985 – che riunì 50 artisti di generi diversi contro l’apartheid in Sudafrica – e il successo come attore nella serie cult "I Soprano".
Ma il percorso di Van Zandt non si è mai fermato: è tornato in tour con Springsteen, ha diretto una serie tv, prodotto spettacoli di Broadway, promosso l’educazione musicale e continua a essere una voce influente attraverso i suoi canali radio. Il documentario restituisce così l’immagine di un artista che, da oltre cinquant’anni, è rimasto sulla cresta dell’onda, portando avanti la sua personale battaglia per la giustizia sociale e per il rock'n'roll, con passione, coerenza e stile inconfondibile. Nei giorni scorsi, Little Steven ha tenuto col fiato sospeso i fan per via di un'appendicite, che lo ha costretto a un intervento chirurgico d’urgenza, che ha messo a rischio la sua partecipazione alle date italiane del tour di Bruce Springsteen. Ricoverato a San Sebastián, in Spagna, dopo un concerto, Van Zandt ha elogiato l’ospedale locale per la prontezza e l’efficacia delle cure, definendo l’intervento “un successo totale”. E a Milano era sul palco accanto al Boss, in un doppio concerto che ha infiammato ancora una volta i sessantamila di San Siro. A 40 anni dallo storico primo live a Milano, Springsteen ha messo in scena non solo uno show, ma un vero un comizio rock, un’accusa frontale all’America di Trump, definita “corrotta, traditrice e incompetente” (qui il racconto dello show e la scaletta).