Il Rinascimento e il rock. Sulla stessa scena, il Castello di Chambord e
Sting. Due monumenti in dialogo nel concerto del tour “My Songs” del 28 giugno 2022. La rockstar britannica porta sul palco del patrimonio Unesco i successi della sua carriera da solista e di quella con i
Police in “Sting Live at Chambord”, in onda mercoledì 12 giugno alle 22.15 su Rai 5. Un evento posticipato due volte causa pandemia e atteso dai fan per due anni. Persone da tutta Francia raccolte nella Valle della Loira – patrimonio Unesco insieme al castello che ospita – per ascoltare i più grandi successi di Sting, che raramente concede al pubblico le “greatest hits”. Apre il concerto, “Message In A Bottle”, dal suo repertorio con i Police. Poi regala a seguire: “Englishman In New York”, “Fields Of Gold”, “Shape Of My Heart”, “Every Breath You Take”, “Wrapped Around Your Finger”, “Walking On The Moon” e “Roxanne”.
Sul palco, Sting si presenta in giacca gialla e maglia a righe rosse e nere, quel look distintivo che aveva valso al giovane professore in maglione a righe appassionato di jazz il soprannome “Stinger”, diventato poi “Sting”, pungiglione. Talmente identificativo che anche i suoi sei figli lo chiamano così e non con il suo vero nome, Gordon Matthew Thomas Sumner, quello dato dai genitori, un lattaio e una parrucchiera di Wallsend, cittadina portuale del nord dell’Inghilterra
Chiude la serata al castello, “Fragile”, eseguita insieme al violinista australiano Patrick Roberts, legato a Sting da un’amicizia e da un sodalizio artistico suggellati dall’album omonimo alla canzone, i cui proventi sono stati destinati per metà alla salvaguardia della foresta pluviale.
Intanto, a quattro decenni dalla sua uscita, "Synchronicity" dei
Police sarà ripubblicato il 26 luglio 2024 in numerosi formati, incluso un cofanetto
deluxe da 6cd con 55 brani inediti, inclusi
demo di Sting, nuove note di copertina, interviste, memorabilia e fotografie mai viste prima. Un vero tesoro per i fan di
Sting, Stewart Copeland e Andy Summers.
"Synchronicity" ha raggiunto il primo posto nelle classifiche di tutto il mondo, vendendo oltre 15 milioni di copie (di cui 8,5 milioni solo negli Stati Uniti). E la hit "Every Breath You Take" è la canzone più ascoltata nella storia della radio, con oltre 15 milioni di riproduzioni.
"Synchronicity" è un disco semplicemente fatto di classici dal primo all'ultimo secondo. Il ritmo teso e nervoso di "Synchronicity I" introduce alla psicanalisi, con Sting che si lancia nella rilettura di Jung, in compagnia dei barrage e degli arpeggi di Summers/
Fripp; "Walking In Your Footsteps" ci trascina su ritmi di elettronica tribale, in una giungla densa di vapori africani ed echi animaleschi; straniante "Mother", composta e cantata da Summers, caratterizzata da un pazzesco tempo dispari, avvolta in chitarra e clarino orientali e frenetici, e in un canto allucinato e straziante; trascinante "Synchronicity II" che psicanalizza spietatamente la famiglia media con batteria secca e incessante in levare e canto rabbioso a squarciare il velo delle tragedie nascoste nella banalità e nelle frustrazioni della vita quotidiana; "Every Breath You Take" è LA canzone pop per eccellenza, quella che si ripete sempre pur incarnandosi in vesti e con autori differenti; "King Of Pain" si sviluppa come una rock song su tonalità minori, con un ritornello aperto e i soliti, perfetti, break carichi di tensione; "Wrapped Around Your Finger" è l'ennesimo singolo di successo, dalle sonorità avvolgenti, mentre "Tea In The Sahara" chiude magnificamente l'album con una incredibile chitarra minimale che sembra perdersi in orizzonti sconfinati e ci inonda di sole e sabbia del deserto, vaporizzando letteralmente la canzone, ancora una volta in combinazione con un charleston sghembo e dal ritmo spezzato.