Il prossimo 7 dicembre Tom Waits compirà 75 anni. In attesa di celebrarlo degnamente, il magazine PopMatters ha aggiornato la sua lista delle 15 canzoni essenziali del cantautore di Pomona. Nell'introduzione, Alexander Heigl, che firma il servizio, ha ricordato la definizione della peculiare voce di Waits ad opera del critico musicale Daniel Durchholz: "E' come se fosse stata immersa in un tino di whisky, poi appesa in un affumicatoio per qualche mese e infine portata fuori e investita con una macchina”. Forte di questo ringhio caratteristico, con la sua fusione di stili musicali pre-rock, come blues, jazz e vaudeville, e tendenze sperimentali che rasentano la musica industriale, Waits – sottolinea Heigl - ha costruito una personalità musicale distintiva. L'obiettivo prefissato dalla webzine era “trovare 15 canzoni che rappresentassero ogni sfaccettatura della musica di Waits: i boschi, le sale da cabaret, i marciapiedi sporchi”. È stata una sfida, per usare un eufemismo, chiosa Heigl. Qualche scelta – o esclusione – tra le canzoni della lista potrà apparire discutibile, ma non ve n'è una che non sia meravigliosa. Ecco qui sotto le 15 migliori canzoni di Tom Waits scelte da PopMatters (qui il servizio completo).
15. “Just The Right Bullets” (“The Black Rider”, 1993) 14. “Hell Broke Luce” (“Bad As Me”, 2011) 13. “Goin’ Out West” (“Bone Machine”, 1992) 12. “Anywhere I Lay My Head” (“Rain Dogs”, 1985) 11. “16 Shells From A Thirty-Ought Six” (“Swordfishtrombones”, 1983) 10. “Step Right Up” (“Small Change”, 1976) 9. “Jockey Full Of Bourbon” (“Rain Dogs”, 1985) 8. “Hoist That Rag” (“Real Gone”, 2004) 7. “Downtown Train” (“Rain Dogs”, 1985) 6. “Warm Beer And Cold Women” (“Nighthawks At The Diner”, 1975) 5. “Temptation” (“Franks Wild Years”, 1987) 4. “Hang On St. Christopher” (“Franks Wild Years”, 1987) 3. “Gun Street Girl” (“Rain Dogs”, 1985) 2. “(Looking For) The Heart Of Saturday Night” (“The Heart Of Saturday Night”, 1974) 1. “Christmas Card From A Hooker In Minneapolis” (“Blue Valentine”, 1978)
Intanto, Tom Waits ha celebrato il venticinquesimo anniversario del suo album "Mule Variations" pubblicando una nuova versione della quarta traccia, "Get Behind The Mule". Accompagnato da un pianoforte elettronico Wurlitzer, in "Get Behind the Mule (Spiritual)" il cantautore di Pomona rende ancora più spettrale il brano, che racconta una storia di omicidio con fuga. Ecco il video di "Get Behind The Mule (Spiritual)"
Tredicesimo album in studio di Tom Waits, “Mule Variations” è uscito nell'aprile 1999 per l'etichetta gemella della Epitaph Records, la Anti-Records, creata appositamente per pubblicare l'album. Ha vinto un Grammy come Miglior album folk contemporaneo, mentre la terza traccia, "Hold On", ha ottenuto una candidatura come migliore interpretazione rock maschile. "Sarò sempre grato a Tom Waits e al suo album ‘Mule Variations’, che non ha solo dato il via alla nostra etichetta, ma ha innescato una partnership duratura basata sulla fiducia, sulla creatività e sull'amore per la spinta verso nuovi confini artistici", ha affermato in una dichiarazione il fondatore e ceo di Epitaph, Brett Gurewitz. In “Mule Variations” il cantore dell'America underground e della "vita dalla parte sbagliata" torna ad ammaliare, con le sue storie di provincia, i suoi cuori solitari e la sua voce ruggine e miele. Una voce granulosa che si effonde in blues aspri e febbrili, ma sempre intrisi di una vena malinconica, come nella splendida "Chocolate Jesus". Il tempo passa, la sua voce si fa sempre più simile a una grattugia, consumata da una ferrea dieta di alcol e sigarette, ma il pianoforte è sempre lì a portata di mano e le idee non mancano. E “Mule Variations”, composto con la collaborazione della moglie, offre ancora una volta una manciata di canzoni sincere e emozionanti. Sono sedici pezzi in bilico tra momenti duri e improvvisi slanci romantici, come nella miglior tradizione del cantautore americano. Sono gracchianti e spesso deliranti blues, segnati da clangori e percussioni di ogni tipo, suoni gutturali e distorti.
Nel 2023 Waits ha collaborato con Iggy Pop in una puntata del suo programma radiofonico e ha composto un omaggio a Shane MacGowan. Il suo ultimo lavoro in studio, "Bad As Me", risale al 2011: un disco in cui il cantautore di Pomona rilegge tutte le sfaccettature della sua lunga carriera, sorvolando a volo d'uccello la ventina di album dati alle stampe e pescandone elementi qua e là. Il blues luciferino di "Chicago", che apre il disco, è una catapulta nell'universo bislacco e diseguale di Waits, che ci fa fare un salto indietro fino ai ruggenti anni 80. Con la seguente "Raised Right Men", dall'incedere acidamente malato, e la ballata fumosa "Talking At The Same Time" forma un trio da brividi, che non sfigurerebbe all'interno di "Swordfishtrombones" o "Rain Dogs".