Alla storia dei
Velvet Underground è dedicato “Rock Legends”, lo speciale in onda mercoledì 11 settembre alle ore 23,20 su Rai 5.
I
Velvet Underground sono il frutto di una singolare commistione di personaggi che difficilmente, in altri ambiti, avrebbero riunito le forze in una ricerca collettiva dalla forza e longevità così straordinarie:
John Cale, gallese doc, intelletto, ricerca, classicismo e avanguardia, polistrumentista e compositore;
Lou Reed, vena pop, grande osservatore della scena urbana, tormentato e attratto dal lato oscuro; Maureen Tucker, batterista con un approccio minimalista alle percussioni. E Andy Warhol, artista e catalizzatore della New York di fine
anni Sessanta, primi
Settanta, che con la sua Exploding Plastic Inevitable, lancia i Velvet Underground. Un'alchimia improbabile, una ricetta unica da cui nasce qualcosa che è difficile spiegare, ma che è ancora fonte di ispirazione e meraviglia.
Dagli esordi nelle cantine newyorkesi all'incontro con Andy Warhol e alla pubblicazione dello storico "
Velvet Underground And Nico", il primo album che riesce a mescolare insieme rock e blues, psichedelia e avanguardia. Un lavoro che trae lezione dal passato per proiettarsi idealmente nel futuro. Non a caso è diventato una pietra miliare per le band del punk, della
new wave e perfino del
post-rock. La decostruzione rumorosa del rock, le sinestesie artistico-musicali, le storie violentemente urbane e letterarie dei testi ne fanno un'opera unica. Un totem del rock di cui non si contano i tentativi d'imitazione. Tanto che, se si fa attenzione, si può scorgere un passaggio di "The Velvet Undeground & Nico" in quasi ogni singolo brano del rock moderno.
Come ebbe a dire
Brian Eno, “Il primo disco dei Velvet Underground fu comprato da un centinaio di persone: tutte queste persone poi sono diventate musicisti, tecnici o produttori”.
Ma l'equilibrio all'interno della band si spezza presto. La lotta per la leadership nel gruppo porta all'abbandono di
Nico e al distacco dall'orbita warholiana. Anche a New York
Reed e compagni cominciano a incontrare la diffidenza di chi vede in loro il germe della decadenza e della rovina. La band si trasferisce così a Boston, dove lavora al secondo disco,
White Light White Heat (1967). E sarà un altro capolavoro.