Notorious B.I.G.

Ready To Die

1994 (Bad Boy)
east-coast-hip-hop

13 settembre 1994, anzi 2024

Difficile ascoltare "Ready To Die" senza pensare che si tratti di uno dei più grandi e celebrati album hip-hop di tutti i tempi, intrecciando i testi con la storia gloriosa e tragica di Notorious B.I.G. e ripensando alla musica di trent'anni fa, alla famigerata faida tra east e west. Difficile ma non impossibile, ed entusiasmante. Se si spoglia "Ready To Die" della sua storia, si rinuncia per una volta a inquadrarlo per l'album leggendario che è, e si lascia da parte la sua peculiare collocazione nella discografia troppo breve di Biggie Smalls (unico album pubblicato in vita...), "Ready To Die" si presenta ai nostri timpani come un'esperienza travolgente, tragica ma a tratti anche divertente, ricca di sfumature.
Possiamo anche lasciare da parte, per una volta, l'elenco di successi commerciali e gli entusiasmi, condivisibili ma ormai risaputi, della critica internazionale, di cui abbiamo già raccontato nella monografia dedicata, e ascoltare con orecchie nuove, quasi come se fosse uscito venerdì 13 settembre 2024 e non un martedì di trent'anni prima. Come ogni vero grande classico, "Ready To Die" funziona anche a prescindere dal suo contesto, dall'inquadramento storico e dalla sua influenza. Ha una forza che arriva anche a chi è digiuno di hip-hop, non distingue Tupac da Jay-Z e magari di solito ascolta tutt'altro. Così proviamo a riascoltarlo oggi, insieme.

Vita e morte di Biggie Smalls

"Ready To Die" è un album di quasi settanta minuti, che conta 15 canzoni, un'introduzione e un interludio. Al microfono c'è sempre Notorious B.I.G, con l'eccezione di "Method Man" del Wu Tang Clan in un brano. Notorious B.I.G. aka Biggie Smalls è il protagonista indiscusso e, per sopperire alla solitudine al microfono, se ne inventa di ogni: cambia flow e persino accento, alle volte interpreta più versioni di se stesso, quasi dei personaggi diversi con il loro delivery. Notorious B.I.G. è un istrione, e ha la sicurezza dei fuoriclasse: ha 22 anni ma il microfono obbedisce a ogni suo desiderio, le rime escono fuori potenti, il ritmo è congenito. Racconta se stesso, il suo passato, il presente e i sogni del futuro, alternando nostalgia, dolcezza, violenza e amarezza.
Nonostante l'album si chiami "Ready To Die", dentro Biggie ci mette tutta la sua vita, alternando il diario all'inno, le fotografie sbiadite di un'infanzia difficile con le istantanee di un successo immaginato e finalmente tutto da godere. Non manca, però, un lato più lugubre, un presagio di morte e forse anche un desiderio della stessa: troppa vita, forse, per un poco più che ventenne.

"Ready To Die" è un titolo d'impatto, ancora di più se combinato con la copertina: "pronto a morire" potrebbe suggerire un approccio muscolare e aggressivo, da tough guy senza compromessi, ma in foto compare un bambino con capelli afro su sfondo bianco, un simbolo d'innocenza, di possibilità ancora tutte da scoprire e di vita. Non è, in realtà, Biggie, ma un tale Keithroy Yearwood: è un dettaglio, il messaggio è che quel bambino è Notorious B.I.G., lo rappresenta e lo impersonifica; quando l'album inizia, abbiamo negli occhi lo sguardo innocente e spensierato del bambino ben impresso in mente.
È lui che piange, e quindi al contempo Notorious B.I.G., quando viene al mondo nella lunga intro, che dal momento del parto passa attraverso una formazione musicale definita da "Superfly" di Curtis Mayfield, "Rapper's Delight" della Sugarhill Gang, "Top Billin'" degli Audio Two, "Tha Shiznit" di Snoop Dogg, ma anche tra le liti domestiche, la criminalità e l'esperienza della galera. Riassunta la vita fino a quest'album d'esordio in tre minuti e mezzo, anche grazie a un senso cinematografico delle varie "scene" aiutato varie voci e personaggi, il resto è un succedersi di brani che descrivono Notorious B.I.G. nel suo presente di astro nascente della scena hip-hop, il prodotto di un passato travagliato ma anche l'ambizioso protagonista di un futuro tutto da scoprire.

Il big plan inizia a dispiegarsi in "Things Done Change", aperta da un intreccio di quattro sample (batteria di "California My Way" di The Main Ingredient; basso di "Summer Breeze", sempre di The Main Ingredient; la frase "Back in the day" presa dal Biz Markie di "The Vapors"; "Things done changed on this side/Remember they used to thump but now they blast, right" presa dal Dr. Dre di "Lil' Ghetto Boy") che il produttore Darnell Scott usa per fornire un beat su cui il rapper può ricostruire cosa è cambiato dagli anni Ottanta in poi nella vita nel quartiere, dove si è passati dai barbecue collettivi alla violenza quotidiana, dal giocare dei bambini in strada agli omicidi, dal kung-fu alle pistole; lui è passato dallo spaccio al rap. Il brano introduce anche lo stile al microfono del rapper, che pronuncia con instancabile energia ogni singola parola, senza lasciare che l'intensità intacchi la musicalità del tutto. Il timbro rotondo, la voce potente e la capacità di avventurarsi anche nelle frequenze basse aggiungono varietà alle strofe, mentre i ritornelli sono affidati spesso ai sample. L'abilità di Biggie nel gestire la metrica si dimostra da subito eccezionale, anche quando i versi si succedono con cambiamenti e irregolarità. Un esempio è nella terza strofa, dove in quattro versi si dimostra un fuoriclasse:

If I wasn't in the rap game
I'd probably have a ki, knee-deep in the crack game
Because the streets is a short stop
Either you're slingin' crack rock or you got a wicked jump shot
La lunghezza di ogni verso è profondamente diversa: per come li apparecchia il rapper, però, il primo e il terzo verso sono assimilabili (giocando sulla durata, sulla rima identica "game") mentre il secondo e il quarto sono più lunghi. Così facendo, l'andamento dei quattro versi costringe a un continuo aggiustamento della velocità, fattore che conferisce grande dinamismo. Se lo schema delle rime dei primi due versi è semplice, con la succitata rima identica in "game", dopo si palesa una distribuzione delle rime e assonanze più elaborata: "crack" si ripete ai versi due e quattro; "short" si ricollega a "shot" ma anche a "stop", e riecheggia anche in "crack" e "rock". In quattro versi Notorious B.I.G. si dimostra un lyricist tutt'altro che ingenuo, ed è un talento che sfoggia a più riprese lungo tutto l'album.

"Gimme The Loot" mostra anche un'altra feature incredibile: il rapper usa nel brano due "voci" differenti, una con un marcato accento giamaicano e più acuta. Mentre i sample citano anche A Tribe Called Quest, James Brown e Ice Cube nel funk ipnotico costruito dal producer Easy Mo Bee, il rapper si dimostra assai abile nel raccontare la street life. "Machine Gun Funk", sempre con una produzione funk di Easy Mo Bee costruita questa volta su tre sample ("Something Extra" dei Black Heat; "Up For The Down Stroke" di The Horny Horns, poi rimossa per questioni legali; "Chief Rocka" dei Lords Of The Underground), mette in parallelo la vita criminale con quella da rapper, sottolineando che non c'è contraddizione in questa evoluzione.
Dopo un'intro cinematografica e tre brani, si è talmente immersi nel racconto, portato avanti rima dopo rima, conquistati da questo rapper istrionico e dalle produzioni ricche di groove di Easy Mo Bee che quando arriva la title track si rimane tramortiti: se il quinto brano, "Warning" (con sample di Isaac Hayes, Meters e Funkadelic) continua a raccontare una vita tra ricordi criminali e un presente di riscatto, conservando una divertita vena pulp che culmina nella sparatoria finale, "Ready To Die" è un pugno allo stomaco. La vecchia vita può finire, per abbracciare una rinascita. Le immagini suggerite nel testo sono spesso legate al tema della morte e l'annientamento di ogni cosa ("Fuck the world, fuck my moms and my girl"), con tanto di citazione di "Scarface" ("So die, motherfuckers, die, motherfuckers, die") attraverso un sample di Kool G. Rap. È un rapper furioso e pronto allo scontro ("You better grab your guns 'cause I'm ready"), che si sente in cima al rap game, di entrambe le coste (si veda il riferimento a Compton):
Your face, my feet, they meet with stompin'
I'm rippin' MC's from Tallahassee to Compton
Biggie Smalls on a higher plane
Niggas say I'm strange, deranged because I put the 12 gauge to your brain
Make your shit splatter
Mix the blood like batter then my pocket gets fatter
After the hit, leave you on the street with your neck slit
Down your backbone to where your motherfuckin' shit drip
La nuova vita di Notorious B.I.G. è quindi un'emancipazione parziale dal contesto di violenza di un tempo, perché quella stessa aggressività diventa ora l'arma con cui conquistare la scena rap. La rabbia e i traumi di un tempo sono ancora vivi, così come il senso di precarietà e di pericolo vissuti durante la crescita. Biggie è "pronto a morire", cioè a fare di tutto, pur di cambiare vita per sempre. L'intensità del brano non è solo una questione di linguaggio (19 "fuck" e derivati; 6 "shit") o di produzione tensiva (il continuo ripetersi di "Yes, I'm Ready" di Barbara Mason che si intreccia a "Scarface") ma anche una questione di interpretazione e di potenza immaginifica: "morire" vale qui per "concludere definitivamente", con l'uso del lugubre verbo a significare un'intenzione assoluta e irremovibile, più forte di ogni altra cosa, di lasciarsi alle spalle il passato di droga e criminalità; i versi sono, a tratti, più sputati che pronunciati, con tutto il fiato in gola e fino a liberarsi del dolore.

La più leggera e piccante "One More Chance", prodotta da Bluez Brothers, Chucky Thompson e Sean "Puffy" Combs, instillando comunque tensione attraverso un motivetto di tastiere, anticipa il siparietto porno dell'interludio "Fuck Me", prima che il già citato Method Man intervenga in "The What": è un modo per misurarsi con uno dei pesi massimi della scena, tanto che Biggie ha riscritto la sua strofa per non sfigurare a confronto con il fuoriclasse del Wu Tang.
La magia di quanto Notorious B.I.G. torna a raccontarsi nel suo percorso di cambiamento e rinascita è però quello che rende l'album eccezionale. Lo confermano in sequenza "Juicy", scelta anche come primo singolo, ed "Everyday Struggle". Nella prima il racconto del rapper va in parallelo a quello dell'hip-hop. L'apertura è una dedica amara a chi non ha creduto a lui sin da piccolo e a tutti i niggas che vivono di espedienti:
Yeah, this album is dedicated
To all the teachers that told me I'd never amount to nothin'
To all the people that lived above the buildings that I was hustlin' in front of
Called the police on me when I was just tryin' to make some money to feed my daughter (it's all good)
And all the niggas in the struggle
You know what I'm sayin'? It's all good, baby baby
Potrebbe essere l'opener dell'album e ne riassume i punti di forza: il flow dinamico di Biggie, il content ricco di riferimenti personali e collettivi, un delivery che si adatta a passaggi più accomodanti e altri più aggressivi. "Juicy" è una rappresentazione, imbevuta di nostalgia, di un passato difficile eppure dolcissimo, che è animato da foto sbiadite d'infanzia, canzoni tanto futili quanto impresse nella memoria e ricordi al contempo dolorosi e preziosi. Lo scintillare ottantiano del ritornello trasporta tra sogno e realtà.
Dal punto di vista metrico e lirico, è un tour de force e un testo da studiare per ogni appassionato di rap: il ricco schema delle rime, le pause ad effetto e la distribuzione delle sillabe sul beat, le modulazioni della velocità contribuiscono alla profondità del brano, capace di svelare nuovi dettagli anche dopo numerosi ascolti.
We used to fuss when the landlord dissed us
No heat, wonder why Christmas missed us
Birthdays was the worst days
Now we sip Champagne when we thirsty
Uh, damn right I like the life I live
'Cause I went from negative to positive and it's all (It's all good, nigga)
And if you don't know, now you know, nigga
"Everyday Struggle" racconta ancora la street life, questa volta con un flow veloce e versi densi di sillabe, e coerentemente tornano le immagini cupe e mortifere. Ad alleggerire arriva "Me And My Bitch", con un verso sfrontato come "You look so good, huh, I'll suck on your daddy's dick", prima che Sean "Puffy" Combs e Chucky Tompson preparino un funk sensuale per "Big Poppa", secondo singolo estratto dall'album e affine al sound della west-coast e del g-funk. Il delivery cambia completamente, più sensuale e moderato, mentre si muove felpato un sample di "Between The Sheets" degli Isley Brothers.
Al fine di raccontarsi, in "Respect" coinvolge anche la cantante giamaicana Diana King, ricollegandosi alle origini della sua famiglia: riparte dalla nascita nella prima strofa, poi passa all'adolescenza ("Scarface, King of New York, I want to be it /Rap was secondary, money was necessary") e infine al presente.
Il difficile rapporto con le donne, che sfocia nella misoginia nella vivace "Friend Of Mine", rischia di essere dimenticato quando subito dopo arriva la produzione di Dj Premier per "Unbelievable", un boom-bap da manuale che dimostra come Notorious B.I.G. sia a suo agio anche su beat più essenziali, e soprattutto alla luce della conclusiva "Suicidal Thoughts", prodotta da Lord Finesse come un brano notturno, come la telefonata che il rapper fa all'amico Sean "Puffy" Combs prima di uccidersi. I versi iniziali sono tra i più fulminanti del periodo:
When I die, fuck it, I wanna go to hell
'Cause I'm a piece of shit, it ain't hard to fuckin' tell
Alla fine della canzone, e dell'album, riecheggia un colpo di pistola: Notorious B.I.G. era pronto a morire e si è ucciso. Il racconto della sua vita, dalla nascita all'ultimo respiro, è un'epopea che ricorda i film sulla criminalità di Scorsese, con un twist di malinconia e dolcezza. Nel silenzio che segue lo sparo si torna a guardare la copertina, incrociando lo sguardo del bambino seduto in foto: adesso il suo sguardo sembra avere più profondità, racconta una storia che non è facile riassumere in pochi aggettivi, forse neanche in poche righe. Serve un grande album, pieno di racconti, rimandi ed emozioni, come "Ready To Die".

14/09/2024

Tracklist

  1. Intro
  2. Things Done Changed
  3. Gimme the Loot
  4. Machine Gun Funk
  5. Warning
  6. Ready to Die
  7. One More Chance
  8. Fuck Me (Interlude)
  9. The What (featuring Method Man)
  10. Juicy
  11. Everyday Struggle
  12. Me & My Bitch
  13. Big Poppa
  14. Respect
  15. Friend of Mine
  16. Unbelievable
  17. Suicidal Thoughts