Townes Van Zandt

Townes Van Zandt

1969 (Poppy)
progressive country

L'impatto di Townes Van Zandt sulla musica statunitense è stato enorme, almeno in proporzione a quanto poco la sua opera si è diffusa durante la sua vita: nessuna sua incisione è mai entrata in alcuna classifica, neanche in quelle di settore. Eppure le sue canzoni hanno ricevuto decine di cover di prestigio e sono state utilizzate per film e serie televisive, la sua figura è stata al centro di libri e documentari, la sua influenza è tangibile sugli artisti più disparati, equamente divisi fra le scene rock, folk e country.
Proprio questa sua diffusione trasversale ha generato un equivoco, distorcendone la collocazione culturale: è infatti molto facile imbattersi in articoli e discussioni in cui, al suo riguardo, viene evitato l'utilizzo del termine "country".
Si tratta di una tendenza diffusa tanto all'estero, basti pensare che la Country Music Hall Of Fame non l'ha ancora inserito nel proprio museo [nota 1], quanto in Italia: nel 2002 venne citato nel libro dei 500 dischi fondamentali redatto da "Il Mucchio Extra", che lo descrisse utilizzando il termine "Americana" [nota 2] così come nel 2003 il libro dei 600 dischi fondamentali di "Blow Up" parlò genericamente di "cantautorato americano". Eppure non c'è dubbio alcuno sul fatto che Van Zandt sia stato in tutto e per tutto un musicista country. Ha operato a Nashville per tutta la sua carriera, ha suonato negli stessi locali in cui hanno suonato molti altri nomi appartenenti alla scena e la sua musica rispecchiava tutte le caratteristiche del movimento progressive country, alcune delle quali ha invero contribuito a modellare, grazie al suo approccio scostante, poetico ed eterodosso: spostare la sua figura verso il folk o l'Americana significherebbe di fatto dover spostare gran parte dei musicisti country suoi coetanei che in quello stesso periodo svilupparono un modello alternativo a quello di Nashville, da John Hartford a Guy Clark, passando per Jerry Jeff Walker. [nota 3]

Van Zandt nacque a Forth Worth, Texas, nel 1944, ma passò la sua giovinezza in diversi luoghi degli Stati Uniti, sia per gli spostamenti della sua famiglia, sia per i suoi studi. Nonostante fosse uno studente brillante, il suo rendimento iniziò a scemare a causa di depressione e disturbo bipolare: i suoi genitori, in buona fede, lo fecero così sottoporre all'oggi sconfessata insulinoterapia, ottenendo come unico risultato di cancellare una parte della sua memoria.
Appassionato alla musica sin da ragazzino e abile chitarrista, nel 1966 decise di mollare gli studi e guadagnarsi da vivere come musicista: quello stesso anno il padre, sul letto di morte, lo incoraggiò a scrivere le proprie canzoni.
Nel 1968 conobbe Mickey Newbury mentre stava suonando in un locale di Houston, sul consiglio del quale si trasferì a Nashville per tentare il salto nell'industria discografica. Quello stesso anno venne scritturato dalla neonata Poppy, casa indipendente fondata dal produttore Kevin Eggers.

La sua creatività in quel periodo è febbrile e in appena tredici mesi pubblica tre album: "For The Sake Of The Song" (agosto 1968), "Our Mother The Mountain" (aprile 1969) e "Townes Van Zandt" (settembre 1969). Il loro percorso mette in mostra la sua necessità di sviluppare una voce propria, con il debutto caratterizzato da arrangiamenti barocchi che ritiene troppo vicini alla musica pop del periodo e lo lasciano insoddisfatto, per poi allontanarsene velocemente e approdare alla quadratura del cerchio con la terza prova, a cui non a caso assegna come titolo il proprio nome. La produzione di quest'ultimo è affidata al tecnico del suono Jim Malloy (sul vinile figura anche il nome di Eggers, che tuttavia non è chiaro quale apporto abbia fornito, tanto che in alcune ristampe è stato rimosso). Van Zandt suona la chitarra acustica in tutti i brani, mentre non è noto chi abbia suonato chitarre steel, basso e percussioni (neanche il musicista e insegnante John Kruth, autore della biografia "To Live's To Fly: The Ballad Of Townes Van Zandt", del 2007, è riuscito a rintracciare i nomi dei musicisti).
Dei dieci brani in scaletta, sei sono inediti, mentre quattro – "For The Sake Of The Song", "Waiting Around To Die", "I'll Be Here In The Morning" e "(Quicksilver Daydreams Of) Maria" – sono riproposizioni dal primo album, che riesce finalmente a far collimare con la propria visione.

È proprio "For The Sake Of The Song" che apre la scaletta. Il testo affronta l'approccio al dolore e alla sofferenza da parte dei cantautori e dei musicisti, che troppo spesso, alla ricerca della purezza artistica, si fanno sopraffare dai propri demoni interiori:

Perché canta le sue canzoni tristi per me?
Non sono il tipo da concederle dolcemente della debole compassione,
ho appena iniziato a vedere con chiarezza la mia strada
ed è chiaro che se mi fermo, cadrò.
Posso versare una lacrima per il suo dolore,
appena una lacrima e nient'altro,
cosa vorrebbe che facessi?
Dice che lei sa che quei momenti sono rari, immagino che sia vero,
poi continua dicendo che a me non interessa, e sa che non è vero,
forse deve solo cantare per amore della canzone,
e chi sono io per dire che sta sbagliando?
Le piacerebbe pensare che io sia crudele,
ma sa che è una bugia, perché sarei nient'altro che una marionetta
se le permettessi di piangermi addosso.
Il mio dolore è reale,
anche se non posso cambiare i miei piani,
se potesse vedere come mi sento
allora so che capirebbe.
Davvero pensa che la colpa sia mia?
Davvero crede che qualche mia parola possa alleviare tutto il suo dolore?
Non capisce che soffre solo perché si è lasciata ingannare ciecamente dalla sua vergogna?
Ma niente è quello che sembra,
forse un giorno inizierà a capire
che se abbandona i suoi sogni
allora tutte le parole che dirà saranno solo bugie,
quando capirà che vincere è soltanto perdere?
Tutto ciò che mi offre sono le sue catene, devo rifiutarle,
ma è solo per se stessa che ha mentito,
le piace fingere che ci sia qualcosa che deve difendere col suo orgoglio,
non intendo stare qui a essere l'amico da cui deve nascondersi
L'arrangiamento originario, con voce echeggiante, organo elettrico, flauto dolce e batteria dall'andamento spedito, è stato stravolto, lasciando il posto a una ballata per chitarre acustiche, una linea di basso appena accennata e nella seconda metà uno scarno tappeto di percussioni. La voce è pulita e armoniosa, ma asciugata dall'eco.
L'approccio minimale è antitetico allo stile countrypolitan che dominava le classifiche in quel periodo grazie ad artisti come Glen Campbell e Bobbie Gentry (senza intendere suddetta differenza come negativa nei confronti di quest'ultimi, a loro volta artisti di rilievo: è proprio una simile ampiezza di spettro stilistico a rendere il country tanto degno di interesse).

Altra vetta del canzoniere di Van Zandt, stravolta per l'occasione, è "Waiting Around To Die": via il muro di batteria echeggiante, il clavicembalo e l'organo, mentre la chitarra acustica viene posta in primo piano, mettendo in mostra l'impeccabile tecnica fingerpicking di Van Zandt, accompagnata dai ricami di un'armonica a bocca, in richiamo ai maestri del blues che l'artista ammira (in particolare Blind Willie McTell, Lightnin' Hopkins e Muddy Waters). Il nuovo arrangiamento dà spazio alla voce, che fa così emergere il sapore celtico della melodia, decisamente più difficile da individuare nella versione dell'anno prima.
Il testo ritrae un uomo che attraversa alcolismo e gioco d'azzardo, per poi finire a commettere crimini e venire inghiottito dalle dipendenze. Per quanto contenga ampi elementi romanzati, è evidente si tratti di un simulacro del mal di vivere dello stesso Van Zandt:
A volte non so dove
questa sporca strada mi stia portando,
a volte non capisco nemmeno il perché,
quindi suppongo continuerò a giocare d'azzardo,
sbronzarmi e vagabondare,
è più facile che aspettare di morire.
Una volta, amici, avevo una madre e persino un padre,
lui una volta la picchiò con una cintura perché piangeva,
lei gli disse di prendersi cura di me e andò giù in Tennessee,
è più facile che aspettare di morire.
Sono cresciuto e ho trovato una ragazza
in un bar di Tuscaloosa,
mi ha ripulito ed è scomparsa,
ho provato a mandare via il dolore, ho comprando del vino
e sono saltato su un treno,
mi sembrò più facile che aspettare di morire.
Un amico disse di sapere come fare un po' di soldi facili,
abbiamo derubato un uomo e preso il volo,
ma la banda [dello sceriffo] mi raggiunse e mi riportò a Muskogee,
ora sono due lunghi anni che aspetto di morire.
Adesso sono uscito di prigione,
alla fine ho trovato un amico che non beve, né ruba, né bara, né mente,
il suo nome è codeina
ed è la cosa più dolce che abbia mai incontrato,
e insieme aspetteremo di morire
I brani inediti non sono da meno, come dimostra "Lungs": chitarra acustica a dettare la melodia principale, assolo di chitarra resofonica, ritmo scandito da una singola percussione (un cajón?) e di nuovo una melodia che guarda alla tradizione celtica (la cui ingerenza sulla musica country è talvolta sottovalutata).
Il testo è un manifesto sulla caducità dell'esistenza, denso di simboli religiosi e metafore imperscrutabili, fortemente influenzato dal cantautorato esterno all'universo country, in particolare quello di Bob Dylan [nota 4]:
Mi presteresti i tuoi polmoni?
I miei stanno collassando.
Pianto i piedi e respiro amaramente
per il tempo che passa,
prendo un respiro e do un respiro
e prego che il giorno non sia veleno,
in piedi fra quelli che vivono
in solitaria indecisione.
Dita camminano giù per l'oscurità,
la mente è sulla mezzanotte,
raccogli l'oro che hai trovato,
sciocco, è solo la luce della Luna,
e se ti fermi per portarla a casa
le tue mani diventeranno burro,
meglio lasciar stare questo sogno,
cerca di trovarne un altro.
La salvezza sedette, si fece il segno della croce
e chiamò il compagno diavolo,
la saggezza bruciò su una mensola,
chi ucciderà il cancro furente?
Sigilla il fiume sulla sua bocca,
fai prigioniera l'acqua,
riempi il cielo con urla e pianti,
fai il bagno in risposte ardenti.
Gesù era un figlio unico
e l'amore il suo unico concetto,
sconosciuti piangono in lingue straniere e sporcano la soglia.
Per quanto mi riguarda e per quanto ti riguarda,
non abbiamo tempo per [ciò che accade] fuori,
tieni i tuoi sguardi feriti per te,
diremo al mondo che ci abbiamo provato
Altra riconosciuta vetta del canzoniere di Van Zandt è "Fare Thee Well, Miss Carousel", che alterna strofe in forma di ballata a un ritornello propulso da una cavalcata di batteria, mentre l'irregolare linea di basso si muove sotto a un incessante strumming di chitarra acustica. È l'unico momento della scaletta effettivamente più vicino al folk rock che al country.
Per descrivere la solitudine e gli struggimenti sentimentali relativi alla fine di una relazione l'autore ricorre nuovamente a una ricca serie di simbolismi. Se alcuni sono immediati, come la giostra dei cavalli (il cui andamento circolare, fisso intorno sul proprio centro, ben rappresenta la natura ciclica delle relazioni umane, impostata su schemi precisi), altri sono oscuri e più ostici da decifrare:
Beh, il pagliaccio ubriaco è ancora in giro,
ma è chiaro che le risate si siano spente,
le lacrime che hai tanto cercato di nascondere stanno scorrendo,
e un cieco con il coltello in mano
si è convinto di capire,
gli auguro il meglio, signora Giostra,
ma devo andarmene.
Dunque non verrai a prendermi quando sarai sicura
che non hai bisogno di me?
Io sarò sotto la tua finestra
e chiamerò con orgoglio il tuo nome.
Beh, alla signora è stato detto che tutto l'oro
vale così tanto che non può essere venduto,
non c'è tempo per piangere, dormirà domani.
Quando porta la sua faccia al mercato e la gioca nella gara d'apertura,
può suonare le sue campanelle, signora Giostra,
ma il suo canto mi provoca dolore.
Beh, è sempre stato così per ognuno,
si vede che gli uomini cresciuti non scappano mai,
quindi combattono con tutte le loro forze.
Quando la battaglia sarà terminata,
e a tutti sarà stato insegnato
che il trucco sta tutto nel non farsi prendere,
farai patir loro l'inferno
quando ti chiederanno di nasconderli, signora Giostra?
Quando il bisogno emerge, i tuoi occhi si chiudono,
ti tappi il naso con le dita,
diresti che questo è un modo per giudicarlo?
Beh, prima di tutto non possiedi l'autorità per ucciderlo,
ma ti sentiresti costretta
qualora tu abbia qualcosa da invidiargli, signora Giostra?
In una spiaggia di velluto fuori dalla portata
di quelli che vengono a pregare e implorare,
il classico uomo che prova a stare in piedi sta cadendo,
beh, quanto ci vuole prima che veda
che tu possiedi le sue gambe, ma la sua mente è libera,
solo tuo puoi dire, signora Giostra,
quanto a lungo striscerà.
Beh, il muro del castello è diventato così alto,
sembra che non ci sia alcuna speranza
di raggiungerne la cima, anche se ti fermi a riprendere fiato,
ma io non cercherò di farti piangere,
le lacrime non troverebbero i tuoi occhi,
è stato tutto magnifico, signora Giostra,
ma è arrivato il momento di andarsene
Altre riletture dal primo album sono le tenui ballate "I'll Be Here In The Morning" (l'avverbio era "there" nella versione originale) e "(Quicksilver Daydreams Of) Maria", dove si ha l'occasione di udire Van Zandt suonare una dolce melodia di fiddle (è sempre stato un appassionato dello strumento, ma a differenza della chitarra non è mai riuscito a padroneggiarlo del tutto), mentre la scaletta è chiusa da "None But The Rain", una breve filastrocca per chitarra acustica, basso e flauto dolce, che dimostra come l'artista sia pienamente a suo agio anche con le forme musicali più elementari, a cui riesce a donare spessore e afflato poetico.

L'album non venderà bene, ma Van Zandt continuerà a venir supportato dalla Poppy e dalla successiva etichetta di Eggers, la Tomato, per buona parte degli anni Settanta. Fra il 1979 e il 1986 non uscirà alcun album a suo nome, nonostante proprio in questo periodo sia ormai riconosciuto come un pilastro da tutti i suoi colleghi e le riletture dei suoi brani inizino a ricorrere con una certa frequenza, fino a quando "Pancho And Lefty" raggiungerà il numero 1 della classifica country nella versione di Willie Nelson e Merle Haggard.
Due ultimi album, "At My Window" (Sugar Hill, 1987) e "No Deeper Blue" (Sugar Hill, 1994) vengono realizzati in momenti di relativa sobrietà, purtroppo mai immuni da ricadute, che porteranno la sua salute a peggiorare fino al fatale attacco di cuore nella notte del 1° gennaio 1997.
Da allora, come già detto, il suo culto si è diffuso a macchia d'olio e per contare tutti gli artisti che si sono cimentati col suo repertorio servirebbe un articolo a parte. Tuttavia, all'interno della sua celebrata discografia, probabilmente soltanto il disco dal vivo "Live At The Old Quarter, Houston, Texas" (registrato nel 1973 e pubblicato dalla Tomato quattro anni dopo) può gareggiare per mitologia e considerazione con l'album trattato in questo articolo, da considerarsi a pieno titolo fra i grandi classici della controcultura locale.


[nota 1] Forse perché la sua figura, notoriamente violenta a causa dei gravi problemi di salute mentale e del continuo abuso di alcol e droghe, non attira le simpatie dei piani alti dell'industria di Nashville.

[nota 2] "Americana" è un termine entrato in uso durante gli anni Novanta, che secondo qualcuno viene utilizzato come scusa per escludere dal country ciò che dovrebbe essere ritenuto tale, come affermato da Tyler Childers, non del tutto a torto. Questa tendenza è presente soprattutto negli scritti dei critici progressisti, a cui va stretto che alcuni musicisti particolarmente considerati nel proprio ambiente provengano da un ambito culturale che nell'immaginario collettivo rimane conservatore (anche se in realtà il country vanta un'importante ala a trazione progressista sin dagli anni Sessanta, a cui ovviamente Van Zandt appartenne).

[nota 3] Non era in realtà la prima volta che nella musica country una corrente si muoveva esternamente ai dettami dell'industria di Nashville, basti pensare al Bakersfield sound che si sviluppò al termine degli anni Cinquanta, tuttavia il movimento progressive country fu forse il primo a farlo con un approccio sottilmente polemico, che deflagrò poi tramite la sottocorrente outlaw capitanata da Willie Nelson, Waylon Jennings e Kris Kristofferson.

[nota 4] Quello fra Dylan e l'universo country fu uno scambio alla pari: se il cantautore fu senz'altro uno dei punti di riferimento per la corrente progressive country, è anche vero che subì a sua volta il fascino di molti dei suoi esponenti, arrivando proprio nel 1969 a pubblicare "Nashville Skyline", album pesantemente influenzato da quelle sonorità. Nel corso del tempo ha inoltre a più riprese indicato Van Zandt come uno dei propri cantautori preferiti, eseguendo spesso la sua "Pancho And Lefty" dal vivo.

05/01/2025

Tracklist

  1. For The Sake Of The Song
  2. Columbine
  3. Waiting Around To Die
  4. Don't Take It Too Bad
  5. Colorado Girl
  6. Lungs
  7. I'll Be Here In The Morning
  8. Fare Thee Well, Miss Carousel
  9. (Quicksilver Daydreams Of) Maria
  10. None But The Rain




Townes Van Zandt sul web