Sin Ropas

Trickboxes On The Pony Line

2003 (Sad Robots)
folk-rock

È impossibile considerare "Trickboxes on the pony line" prescindendo dalla totale devozione nutrita da Tim Hurley nei confronti dell'opera di Neil Young… no, aspettate! Forse siamo completamente fuori strada poiché Tim Hurley era il bassista dei Red Red Meat (e collaboratore occasionale dei Califone) e inequivocabilmente la sua scrittura proviene da quella esperienza, passando per frammenti d'Americana, elettronica "rurale" nello stile dei Books, goth-rock (!), pop moderno da dopo-Pixies, post-rock… suonando alla fine come il miglior Neil Young, ma senza provenire dalla sua influenza. Il risultato è un'ordinata composizione di otto anthem intrecciati fra loro, tutti candidati all'immortalità, come delle sixties-ballads da antologia, a metà strada tra le pagine migliori di Neil Young e certe canzoni struggenti e maestose dei Creedence Clearwater Revival, genere "It's Just a Thought" (la magnifica "Floorboards", in particolare, suona come un incrocio fra "Cortez The Killer" e "[Wish I Could] Hideaway" dei CCR).

Detto in questo modo, si potrebbe pensare ai Sin Ropas (che altri non sono che Tim Hurley con la sua compagna Danni Iosello più collaboratori) come a una band revivalista come tante in giro, stile Kings Of Leon, e invece no. Come dicevamo in apertura, il risultato è la ballata folk-rock tradizionale ma il background è il modernariato d'autore. Se alzate un po' il volume vi sembrerà di udire un proliferare di rumori eterogenei disciolti sullo sfondo: corde che saltano, transistor lanciati nel vuoto, fruscii non identificati, suonerìe di vecchi giocattoli elettronici, suoni liquidi di chitarra trattata ammucchiati con apparente disordine in una soffitta però confortevole, calda, rotonda: la canzone.
Nella bellissima, monumentale, "Butter On Cane" il livello è quello dei Radiohead di
"Ok Computer"; in "Crumbs" siamo qualitativamente dalle parti dell'ultimo Will Oldham; in "Burried with the Footmen" si viaggia quasi meglio dei Wilco. Si odono addirittura echi di rock-blues muscolare ("Hands Inside") che solitamente, oggigiorno, susciterebbero insofferenza fiacca da ruffianeria, non qui.

Sotto sotto abbiamo tutti (tutti noi cresciuti a pane e rock) una grande nostalgia di quelle sonorità, è anche vero però che non possiamo trascorrere la nostra breve vita ascoltando all'infinito il quarto dei Led Zeppelin, si sa che il disco poi si usura sino a rendersi inudibile. Ecco: i Sin Ropas riescono nell'incantesimo di riprodurre quei suoni depurandoli dalla disonestà e dall'usura (come la ruffianeria derivativa e l'obsolescenza), facendoci sorridere come si sorride dopo tanto tempo a un vecchio amore cui abbiamo chiuso la porta in faccia per orgoglio, ma che nel nostro intimo ci è mancato più di qualsiasi altra cosa.

Dopo l'estasi dell'ascolto si pone il confronto del critico. Inevitabilmente vien da citare il recente "Quicksand/Cradlesnakes" dei Califone. Ebbene, "Trickboxes" ha un innegabile vantaggio su questo disco: infatti, sebbene molti continueranno a preferire i Califone, certamente non sputeranno sui Sin Ropas e, viceversa, chi ha trovato l'ultimo dei Califone troppo dispersivo e inconcludente amerà di sicuro la fisicità di queste otto tracce.

Purtroppo, il disco è disponibile in Europa solo per importazione, pubblicato com'è dalla piccola Sad Robots, e questo impedirà a "Trickboxes" di diventare un classico del nostro tempo. Peccato, visto che si tratta di una delle migliori uscite del 2003.

30/10/2006

Tracklist

1 Hands Inside
2 Butter On Cane
3 Candy Cobra
4 Floorboards
5 Syrup Coat
6 Crumbs
7 Burried With The Footmen
8 Mays Bitter

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