Perry Keyes

Meter

2005 (Laughing Outlaw)
songwriter, rock

Perry Keyes è un tassista australiano, di Sydney, al suo debutto nel mondo della musica. Questo suo primo album si intitola "Meter", ed è un doppio in cui vengono racchiuse tutte le storie (o le più significative) vissute dall'autore, che cerca, in tal mondo, di inquadrare un frammento, magari quanto più ampio possibile, di società. Il suono scelto è un rock classico, che ha le sue radici nel folk-rock, e tra le due metà del lavoro non v'è differenza di sorta. Sì, avete immaginato bene, Keyes si crede proprio Bruce Springsteen, e questo è il suo "The River".

Springsteen è diventato un'icona e uno dei personaggi più significativi del rock proprio perché è riuscito, fra gli ultimi in assoluto, ad incarnare perfettamente un'ampia fascia di persone, scrivendo canzoni semplici ma ispiratissime e infarcite di spinte sincere. Il carisma del Boss diventa mera maniera in Keyes, il cui punto di vista è molto più povero, per quanto cerchi di risultare formalmente perfetto. E in realtà un'imitazione perfetta o buona non sarebbero dispiaciute a chi scrive: e le tastiere guizzanti, i luccichii di chitarre, il passo movimentato e quella voce "un po' così" di "Sweaty Sneakers", assieme alle pulsioni funky e surf dello spensierato motivetto fun di "2nd Time I Saw You", fanno sognare per qualche minuto. Quel che fa dispiacere chi scrive è che, dopo una partenza buona, "Meter" scivola nell'anonimato.

Anonimato ben calibrato, anonimato springsteeniano: pur sempre anonimato. Scorrono il lento psych di "Beer and Cigarettes", le ballate "Some Aches" e "Service City", la vispa "Vicious Left Hook". Scorrono senza che nulla accada e ci si inizia ad annoiare. I pezzi da soli non sono neanche malvagi: presentarli in sfilata, tutti troppo uguali e tutti banalucci, non è certo però una genialata. Viene il dubbio che i due migliori risultino essere i primi per il solo fatto del loro posizionamento. Per salvare la baracca allora il punto di vista cambia un po': a Springsteen si sommano parti di Dylan e Reed. La variazione giova, ed ecco comparire le delicate "Just Like a Steam Train" e "Fairfield Girl" a profondere piacevolezza, mentre il citazionismo del boss porta alla squillante "Sandra’s on the Way", che si poggia su un riff abusatissimo ma che mantiene il suo perché.

Alla fine non si arriva alla sufficienza. Resta l'amaro di buoni momenti immersi in troppo omaggiare e citare, con passione ma senza adeguato talento. Ci vorrebbe qualcuno che riuscisse a catalizzarli in una grande opera compiuta. Ah, che stupido, c'è stato già.

Tracklist

  1. Sweaty Sneakers
  2. 2nd Time I Saw You
  3. Beer and Cigarettes
  4. Some Aches
  5. Wide Streets
  6. Service City
  7. Vicious Left Hook
  8. Growin' Up in the Dark Is Wrong
  9. Nye
  10. Bonfires of June
  11. Just Like a Stream Train
  12. Discount Bottle Shop
  13. Sandra's on the Way
  14. Have Some Fun
  15. Where's My Darlin' Tonight?
  16. Fairfield Girl
  17. When Things Wear Out
  18. Matraville

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