Jeff Klein

The Hustler

2005 (One Little Indian)
alt-rock

Un amore perduto, non corrisposto, vagheggiato e traditore. Una donna sexy e fatale che promette sessualità provocante.
Per riprendersi dallo shock dell'abbandono e scacciare i fantasmi non c'è niente di meglio di una bottiglia di Bourbon e una sigaretta, seduti su una comoda poltrona a tarda notte. Questo è lo scenario base e anche la copertina di "The Hustler", terzo album di studio del cantautore texano (ma nato e cresciuto a New York) Jeff Klein, registrato in poco meno di tre settimane nel quartiere francese di New Orleans, prima della barbarie dell'uragano Katrina.

E' da notare subito un cambiamento sostanziale dal punto di vista musicale: Jeff ha infatti parzialmente abbandonato i lidi alt. country stile Ryan Adams del precedente "Everybody Loves A Winner" in favore di una tessitura più ricca di particolari. "The Hustler", prodotto da Greg Dulli dei Twilight Singers e Mike Napoletano (Blind Melon, Joseph Arthur) è più energico e meno scarno, più arrangiato e indie-rock rispetto all'album di due anni fa. La collaborazione con Dulli ha giovato, portando nella tavolozza sonora nuovi colori soul e r'n'b riletti in chiave intimista e quasi "gotica". Basti pensare a "Suzanne", indie-pop sbilenco e melodia accattivante affiancata da una dirompente base di fiati, oppure alla ballata pianistica "Cobalt Blue", sinistro gospel con tanto di cori a sette (!), contaminato da chitarre elettriche e batteria scomposta. Tale cambiamento di prospettiva non può non modificare le coordinate, mantenendo comunque l'elemento voce (profonda, aspra e laneganiana, con un tocco di Bill Janovitz e Paul Westerberg) in evidenza. Altro capitolo riguarda poi l'elettronica: synth e batterie campionate accompagnano l'album discretamente, senza snaturarne il messaggio, intuendo talvolta ("Pity") nuove strade da battere.

Tanti e validi gli ospiti: ci sono Ani di Franco e Dave Pirner dei Soul Asylum ai cori, oltre al nostro Manuel Agnelli, ormai amicone di Greg Dulli, impegnato al piano elettrico. L'arma segreta di "The Hustler" sembra essere la grande sensualità decadente, la malinconia vissuta rigorosamente "in interni", con il rumore della città vago e indefinito di sottofondo. Klein ha vistosamente smesso i panni del trovatore da coffee house per entrare nelle spire elettriche di brani come "Stripped" o "The Red Lantern", singoli perfetti e insieme tributi alle influenze più rumorose (Dinosaur Jr. e Replacements). Frastuono che in alcuni momenti, però, si stempera, come nel caso di "All I Want", confessione coheniana al lume di candela, o l'iniziale title track accompagnata da una placida lap-steel guitar.

Che sussurri o che alzi la voce, il talento compositivo ed espressivo di Klein è comunque innegabile, ennesima scommessa vinta della britannica One Little Indian. D'ora in poi Jeff potrà solo crescere.

Tracklist

  1. The Hustler
  2. The 19th Hole
  3. Nearly Emotionless
  4. Suzanne
  5. Ironside
  6. Stripped
  7. All I Want
  8. Cobalt Blue
  9. Pity
  10. Put You To Sleep
  11. The Red Lantern
  12. Nobody's Favourite Girl

Jeff Klein sul web