Nagisa Ni Te

Dream Sounds

2005 (Jagjaguwar)
folk-rock

I Nagisa Ni Te sono Shinji Shibayama e Masanori Takeda, duo giapponese psych-folk (il loro nome significa in inglese "On the Beach", indovinate in omaggio a chi), attivo da dieci anni e con cinque album alle spalle.
Il loro sesto disco, "Dream Sounds", comprende in realtà versioni rinnovate (o meglio "invecchiate", dato che è stata loro tolta la patina lo-fi per conferire un suono che ricorda molto il folk-rock anni 70) di brani estratti dai primi due lavori, che al contrario dei successivi, avevano ricevuto distribuzione nella sola madre patria.

Protagonista indiscussa di almeno tre dei soli quattro brani di cui è composto l'album è la chitarra di Shibayama, la quale intreccia dolci trame melodiche, arrangia e spunta i pezzi con qualche sortita più elettrica.
"The True World" è una lunga, quasi dieci minuti, e quieta declamazione a due voci (prima lui, poi lei, poi assieme), figlia di un Neil Young sotto morfina, che cerca di sposare tradizione americana (come suono) e tradizione giapponese (come melodia): il risultato è un brano piacevole, che però non rapisce.
Meglio, molto meglio fa il poppettino svagato e fresco di "Anxiety", con le chitarre a passo andate a squillare in sottofondo e un lampo di elettrica a tagliare il pezzo.
Cambia d'un tratto l'atmosfera con i primi accordi di "Me, on the Beach" che ricordano il De André più sofferto, ma è un falso allarme. Un'armonica di dylaniana memoria cancella l'aria da dramma e qualche pennata più luccicante della norma accompagna la dolce litania intonata dalla Takeda con Shibayama al controcoro. Il brano è delicato e delizioso, con un sorprendente guizzo elettrico nel finale, forse giusto un po' tirato per le lunghe.
E proprio la tendenza a sbrodolare e un suono davvero poco incisivo e troppo lontano dal tempo sono i difetti dell'album: non fanno che confermarli i venti minuti conclusivi di "The True Sun". Si parte con una ripetuta e rilassata melodia di chitarra, spazzata da folate di vento e arricchita da tocchi d'organo. La parte vocale che subentra, affidata al lui della coppia, accompagna ma non incide.
Cosa che invece riesce al cuore del pezzo, quando una manciata di accordi acustici in stile Red House Painters su cui si innesta un'elettrica leggermente martoriata riesce a scavare solchi significativi. Per il finale torna la voce prima di lasciare chiudere il tutto all'elettrica tesa dall'epica.

Tutto qui, dunque: in realtà, a dispetto del numero esiguo di brani, il disco risulta di durata adeguata e ben coeso (traduzione: finisce prima di stancare, il che non è poi tanto una cosa positiva).
L'ascolto scorre via liscio e leggero: come abbiamo detto, ci sono alcuni buoni momenti, altri meno, ci sono difetti, c'è un buon senso melodico.
L'impressione è che adeguatamente tirati a lucido e supportati da personalità, questi brani potevano dar vita a qualcosa di davvero interessante. Per questo risulta difficile decifrare il senso di un'operazione del genere: forse il voler omaggiare una certa tradizione (o il voler fare un po' di cassa) ha frenato la band.
Sentenziamo così: se l'obiettivo era incantare, i Nagisa Ni Te falliscono, se invece era trasmettere un po' di buon umore, vincono.

Tracklist

  1. The True World
  2. Anxiety
  3. Me, On The Beach
  4. The True Sun

Nagisa Ni Te sul web