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The Sexual Life Of The Savages

2005 (Soul Jazz)
new wave

Il Brasile che non t'aspetti. Quello che invece di struggersi di malinconia, sognando sinuose ragazze d'Ipanema, si rintana nelle cantine della megalopoli San Paolo, per esorcizzare i suoi demoni. E' il Brasile di "The Sexual Life Of The Savages", la compilation della benemerita Soul Jazz che in 17 tracce fotografa la scena post-punk paulista dal 1980 all'88, con una punta di giustificato orgoglio (il titolo ironizza sull'ottusa percezione che dei musicisti brasiliani si ha spesso all'estero). Sì, perché quella ventata d'aria nuova di fine decade 70 chiamata "new wave" è passata anche da queste latitudini, e con la violenza di un tornado, a giudicare da quanto i dodici gruppi inclusi nella raccolta siano stati influenzati dai loro colleghi dell'emisfero Nord.

Prendi ad esempio gli Akira S Et As Garotas Que Erraram, e ti sembra di imbatterti nella reincarnazione tropicale dei Joy Division. Ritmiche ossessive, giri di basso cupi, canto sconsolato, strati funerei di synth: ecco "Sobre As Pernas", diamante grezzo di dark verdeoro, con la sua storia di degrado urbano, crimine e prostituzione, e il suo epilogo ad effetto, in cui il barrito terrificante del corno frantuma una muraglia di timpani; e ancora "Eu Dirijo O Carro Bomba", che caracolla sempre su cadenze sinistre, propulse da un basso "dub" alla Jah Wobble.

Anche la new wave neyorkese ha fatto proseliti a San Paolo. Un approccio da Talking Heads spinge i Patife a mescolare poliritmi, chitarrismo acido e sensibilità pop nel jazz-rock di "Teu Bem", mentre sono le trame nervose dei Television e l'isteria dei Gang Of Four a muovere i fili di "For A Daqui" e "Mediocridade Afinal", i due brani degli Smack. In altri casi, i ritmi nativi fungono da pretesto per sperimentazioni ancora più ardite. I Chance, ad esempio, prima dissezionano un samba con una drum machine, stravolgendolo in un electro-goth tutto vocalizzi atmosferici e accordi dissonanti ("Samba De Morro"), poi allestiscono un cabaret dell'orrore degno dei Bauhaus in "Striptease De Madame X", tra rintocchi di piano, voci spettrali e lampi di batteria. La "Madame Oraculo" dei Nau è una inquietante flamenco/death-disco che non sfigurerebbe nel repertorio dei Pil. Con il dolce scioglilingua di "Zum Zum Zazoeira", i Fellini (già presenti con l'hit "Rock Europeu") rivestono di beat il fascino retrò di un organo Farfisa e di un'armonica a bocca. Ed è tutt'altro che "Muzak" quella che propone l'omonima band in "Ilha Urbana", con chitarre al napalm stile Pop Group.
Anche il filone "synth-pop" è ben rappresentato: sulle orme di New Order, Japan & C. si muovono i Gang 90 di "Jack Kerouac", tra vortici di synth e cori femminili, i Gueto di "Borboleta" (disco-pop a trazione ritmica samba), i Cabine C di "Tao Perto" (forse i migliori melodisti del lotto), i più patinati Harry di "You Have Gone Wrong".

E poi ci sono le donne. Più di metà dei gruppi ne ha almeno una in organico. Talvolta fanno tutto da sole, come le Mercenárias, quartetto al femminile in bilico tra Slits e Esg: sono approdate anche a Londra per promuovere "Panico", l'invettiva politica che insieme a "Inimigo" apre la raccolta: poco più di tre minuti in due brani, ma ad alta tensione. E, infine, c'è la chanteuse Vange Leonel, che si sgola tra i riff acuminati di "Madame Oraculo".

Julio Barroso, leader dei Gang 90, l'ha chiamata "antropofagia", l'idea del "cannibalismo culturale come forza positiva di trasformazione dell'arte". E il saccheggio dei modelli anglosassoni è evidente. Ma gli waver dei Tropici riescono a reinterpretare in chiave originale atmosfere e suoni, aiutati anche dalla musicalità della loro lingua e da una prepotente vena ritmica. D'altronde, basterebbe fare solo il nome di Arto Lindsay, guru carioca della no wave newyorkese, per comprendere come questo "trapianto" non sia stato poi così innaturale. Un processo di assimilazione e rielaborazione creativa affine a quello che, a cavallo tra anni 60 e 70, Caetano Veloso, Gilberto Gil e gli altri alfieri del movimento tropicalista attuarono con la coeva psichedelia inglese e statunitense.

Versione sudamericana di "In The Beginning There Was Rhythm" (a cura della stessa Soul Jazz) e ideale "secondo capitolo" dell'antologia "Não Wave" (edita dalla berlinese Man Records), "The Sexual Life Of The Savages" è un documento storico, ma soprattutto una raccolta di buona musica. Da Manchester a San Paolo, passando per New York. La globalizzazione, in fondo, non è nata ieri.

02/10/2009

Tracklist

  1. As Mercenarias - Inimigo
  2. As Mercenarias - Panico
  3. Akira S Et As Garotas Que Erraram - Sobre As Pernas
  4. Akira S Et As Garotas Que Erraram - Eu Dirijo O Carro Bomba
  5. Fellini - Rock Europeu
  6. Gang 90 - Jack Kerouac
  7. Chance - Samba De Morro
  8. Patife - Teu Bem
  9. Gueto - Borboleta
  10. Nau - Madame Oraculo
  11. Chance - Striptease De Madame X
  12. Smack - For A Daqui
  13. Smack - Mediocridade Afinal
  14. Fellini - Zum Zum Zazoeira
  15. Muzak - Ilha Urbana
  16. Cabine C - Tao Perto
  17. Harry - You Have Gone Wrong

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