Three In One Gentleman Suit

Some New Strategies

2005 (Black Candy)
math-rock

Se la matematica non è un'opinione, il rock che sceglie di vestirsene dovrebbe assomigliare a una scienza esatta, in cui contano poco o niente l'emozione e il capriccio del caso. Tuttavia, pur sempre animato da un selvaggio bisogno di sviscerare stati d'animo - di qualunque tonalità -, la musica cosiddetta giovanile finisce quasi sempre - a meno che l'ispirazione non finisca a farsi benedire - per ricoprire anche le verità più assolute di un misterioso velo di ineffabilità.
Tutto questo, aggiungiamo, sulla scorta di vere e proprie strategie, di piani d'attacco, di intriganti modalità d'uso.
E le strategie di una band come i Three In One Gentleman Suit (trio proveniente dalla provincia ferrarese e modenese) lo sono senz'altro. Intriganti, intendo; e anche quando non riescono a scrollarsi di dosso il peso di influenze più o meno visibili, più o meno assimilate.
Lavorando sulle sfumature e su impasti armonici sempre accattivanti, appena passati attraverso una frenetica geometrizzazione di quanto decretò la lezione fondamentale dei Bitch Magnet ("Modern Age Apologies"), i tre fanno immediatamente loro quel math-rock di cui più sopra si sventolavano vessilli.
"Maths Rule The Squadrons", infatti, fa la sua bella figura con una versione meno terribile dei Don Caballero, impreziosita dal vagito sornione di un trombone. Colpiscono l'enfasi di ghiaccio, l'accuratezza algebrica degli arrangiamenti e, soprattutto, un lavorìo di chitarra (Giorgio Borgatti) davvero notevole, in perenne frantumazione armonica, tra bave psichedeliche e nevrotiche elucubrazioni.

La forza comunicativa di questa musica non è mai messa in dubbio. La stessa sezione ritmica (Federico Alberghino alla batteria e Paolo Polacchini al basso) struttura il tempo con implacabile e frenetica carica emozionale.
Trattasi, dunque, di una complessità incapace di tramutarsi in coltre impenetrabile, sostenuta, com'è, da un'ispirazione di buonissimo livello, e capace di ri-giocarsi la carta dell'eccentrico nel deliquio post- di "A Sort Of Withdrawal", scivolante fino al fondale di una malinconia sommessa.
Un rock che trova, dietro l'auto-imposizione della maschera della cerebralità, esagitazioni colte che, ebbene sì!, drammatizzano l'abc dello stesso tra minimalismi e ammiccamenti Mission Of Burma ("Hi-Fi Burnout"), grandeur e scomposizione, tra catalessi e ferocia grandinante ("The Way You Walk"), rumorismo e free-form, in quell'ipotesi di samba cubista che è "Underwater, My Samba".
Altrove, nella danza strutturata di "Approach/Arrival", nelle sovrapposizioni singhiozzanti di psichedelia e post-hardcore di "Get Off My Plane" o nella ballata condotta per mano da un pianoforte evanescente di "Delikatessen", i Three In One Gentleman Suit non fanno altro che rovistare tra mille altre possibili strategie, o abbozzi di esse.
Al culmine della loro ricerca - ancora in progress e con probabili, interessanti esiti futuri - quella "New Strategies", sintesi provvisoria del loro credo: caleidoscopi armonici, stop & go, accensioni impetuose e reiterazioni vorticose vagheggianti un'estasi "matematica".

Tracklist

  1. Modern Age Apologies
  2. Maths Rule The Squadrons
  3. Two Thousand Step
  4. A Sort Of Withdrawal
  5. Hi-fi Burnout
  6. The Way You Walk
  7. Underwater, My Samba
  8. Get Off My Plane
  9. Approach/ Arrival
  10. New Strategies
  11. Delikatessen

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