Drowsy

Snow On Moss On Stone

2006 (Fat Cat)
songwriter

Che la terra, attraverso le radici più sotterranee, trasmetta, dalle estremità di ogni corpo, tutto il suo intimo pulsare, variabile a seconda delle latitudini e dei diversi umori, è un accadimento biologico quasi indiscutibile, per quanto non dimostrabile scientificamente. D'altra parte, la logica conseguenza che freddi semi-artici possano isolare lo spirito dal ricevere messaggi sub-terrestri, concedendo questa possibilità solo in prossimità di meccaniche più calde, è un'ipotesi ampiamente smentita da quello che i paesi scandinavi ci stanno consegnando, musicalmente, negli ultimi anni.
Se il 2005 si era chiuso con il tepore di un folk familiare come quello di Mira, metà geograficamente algida della coppia Mi And L’Au, in questo primo semestre del 2006, dalla Finlandia fuoriesce, per la seconda volta, Mauri Heikkinen, aka Drowsy.

Lo scenario, come già si intuiva dal precendente "Growing Green", non è propriamente lo stesso. Il quasi imberbe "sonnolento" va comodamente ad adagiarsi su un folk stralunato, fuori da ogni schema pre-definito.
"Snow On Moss On Stone" nasce dal ritiro incantato nell’estate dei boschi finalndesi, con lo sguardo posato sulla neve che, sciogliendosi, pare suscitare un caleidoscopio di introspezioni. La risultante è un disco asciugato da ogni giustapposta "umidità", scarno nella strumentazione, quasi sempre ridotta alla sole voce e chitarra, insieme a sporadici interventi di piano, organo, accordian. Se, in apertura, si può citare il Robyn Hitchcock più aperto al mondo, dalla schitarrata poderosa e immaginifica, lievemente sfiancata sul finale ("Bakery"), il gioco del rimando alla fonte spinge alle visioni filo-barrettiane di "Treehouse" e della strumentale "Good Old Odd Good", che scorre su fiumi lisergici direttamente mutuati dalla psichedelia di matrice 60’s.

Se questo non fosse sufficiente a dimostrare la parvenza di un piccolo prodigio, capace di assumere su di sé l’esperienza di una dilatazione quasi estatica, "Words of Warmth", col suo soffio sgangherato, reindirizza direttamente allo Smog più lo-fi , laddove, invece, l’organo spinge verso l’alto la suggestione di un cantato wyattiano in "Off You Go All Authors". Passando attraverso coordinate di drakeiana malinconia ("When It’ll Be Snowing"), si chiude con il piano spettrale e monocorde di "Plangent Suite", quasi in un’immaginaria iperbole che, ergendosi sino all’indescrivibile, si ammutolisce nel silenzio smarrito del Sé che torna al candore di un grembo nevoso.

17/05/2006

Tracklist

  1. Bakery
  2. Hues
  3. Treeshouse
  4. Go Well
  5. Good Old Odd Gold
  6. Words Of Warmth
  7. Bed Of Pyre And Wood
  8. When It'll Be Snowing
  9. Off You Go All Authors
  10. Plangent Suite

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