Meeting Places

Numbered Days

2006 (Words On Music)
noise-pop, shoegaze

Secondo album per i Meeting Places, band neo-shoegaze statunitense (base a Los Angeles) con all’attivo il fragile debutto “Find Yourself Along The Way” (Words On Music, 2003), disco pregno di esternazioni umorali nella vena dei maestri My Bloody Valentine e Mazzy Star. Ora Chase Harris e compagni ci riprovano con un nuovo album conciso e tecnicamente rifinito, ma che non riesce a portare avanti il discorso diagonale varato con l’ opus numero uno.

Così, anche le tracce di rilievo di "Numbered Days" denunciano problemi generalizzati (tutti afferenti a ingenuità stilistiche di genere). Anzitutto c'è "Sink Into Stone", mid-tempo immerso nella batteria greve e nelle copiose distorsioni che esalano quasi vapore melanconico, quindi il tirato opener "Love Like the Movies", stavolta con drumming percussivo alla Velvet Underground, canto alla Pale Saints e chorus Bloody Valentine (ma il tutto suona piatto e troppo atmosferico), e una "Nothing's The Same" inframezzata da clangori che quasi richiamano le fabbriche aliene di proprietà Neurosis.

"Hall Of Fame" e la title track si occupano quindi di gestire il lato pop della questione (la prima con tempo baldanzoso, ma con ritornello debole, la seconda più noiosamente centrata sull’atmosfera degli arpeggi e dei contrappunti), mentre "Pause" è una canzone iper-suadente che non fa nulla per distinguersi dalle altre e pure fa rimpiangere certi concitati Muse, e "The City's Asleep" - complessivamente congegnata meglio - fa leva sui trucchi di produzione.
"Mumble" è una ballata puntellata di nitore accordale con una strofa vicina ai primi criptici Rem, mentre "Cardboard Robot" (quasi la diretta continuazione di "Pause") chiude i battenti tramite tempeste di chitarre (quasi dei Seam svogliati), un furbo cambio di tempo in accelerazione e uno scontatello gran finale pseudo-apocalittico, con poca/nulla fantasia.

È una raccolta dissennata - inquinata dalla retorica dello shoegaze storico -, confusa e paranoica di canzoni assemblate da una volontà postmoderna di scarso fascino. Tra gli ampi e scenografici (megalomani) sprechi di carrellate atmosferiche, si salva la generale tendenza radiofonica, talune performance del batterista e "Nothing's The Same"; la palma d'oro del pop la vince ai punti "Hall Of Fame". Se (sottolineiamo, se) c’è un nuovo "Loveless" in vista, la Words On Music ora non può più permetterselo.

11/12/2006

Tracklist

  1. Love Like the Movies
  2. Until It's Gone
  3. Nothing's The Same
  4. Mumble
  5. Hall Of Fame
  6. Sink Into Stone
  7. Numbered Days
  8. The City's Asleep
  9. Pause
  10. Cardboard Robot

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