Chrome Cranks

Diabolical Boogie

2007 (Atavistic Records)
punk-noise-blues

“…Oltre due ore di oscura ferocia”, così predica lo stick apposto sulla confezione della doppia raccolta “Diabolical Boogie” dei newyorkesi Chrome Cranks, uscita per l’Atavistic Rec.. E ancora, una citazione dal New York Press: “Una desolazione talmente bruciante da far liquefare il make-up di una puttana da cinque dollari”. Decisamente affascinanti, specie la seconda, come metafore per descrivere il sound dei Chrome Cranks, quartetto newyorkese che ha attraversato come una meteora gli anni 90 facendo terra bruciata attorno, concludendo impietosamente lo scorso millennio e lasciando ai posteri crudi documenti di un cocktail assolutamente devastante di punk, garage, noise e blues; quanto e forse più di band altrettanto micidiali e seminali  loro contemporanee che giocavano sullo stesso terreno, ma con modalità diverse (Gories, Oblivians, Fireworks, ’68 Comeback, Bassholes, Honeymoon Killers, Cheater Slicks), in virtù di un approccio assolutamente allucinato e dilaniato. Un’epopea tutta americana forse di nicchia e oggi affievolitasi, ma destinata nel tempo a suggellare fieramente a fuoco il declino di un millennio che per quanto riguarda il rock ne ha viste di tutti i colori.

“Diabolical Boogie”, il cui libretto interno è stato curato dallo stesso Peter Aaron, lead-vocal/guitarist della band, consta di 33 brani, b-side, demo, estratti da session di registrazione di album ufficiali e 7”, inediti tratti da tributi e compilation e live rarities, tutti registrati tra il 1992 e il 1998. Una imperdibile occasione per i neofiti di avvicinarsi a una band che ancor oggi, passata a miglior vita, non teme rivali, anche se nel 1997 la stessa Atavistic – con i Chrome Cranks ancora vivi e vegeti - aveva fatto uscire una prima buona antologia, “Oily Cranks”, contenente i primi rozzi  vagiti lo-fi (per etichette varie, Munster, Insipide, Sympathy) di una band ancora di stanza in Ohio, prima del salto fatale nella Grande Mela. Tra le altre cose, un’ipnotica cover di “Cool As Ice” dei Suicide incisa per il tributo “Your Invitation To Suicide” nel 1994.

Dice Aaron, con lodevole umiltà, a conclusione del libretto: “No, non necessariamente i Chrome Cranks hanno creato il più rimarchevole e adorato segmento nell’immortale continuum blues-punk; spero solo, e questo sarebbe abbastanza per me, che voi apprezziate questo materiale che rischiava di andare perduto. In caso contrario, rimane tra il meglio che noi abbiamo mai prodotto”.Come dar torto ad Aaron? Il suo vocalismo debordante, le chitarre al cianuro devastanti di William G.Weber e dello stesso Peter rendono omaggio a loro maestri riconosciuti come Marc Bolan con “The Spider”, Sky Saxon con “Nobody Spoil My Fun”, Devo con “Auto Mo.down”, Ac/Dc con “Dog Eat Dog”.La versatilità musicale e il ricchissimo background ispirativo dei Cranks escono decisamente allo scoperto: lo stesso Aaron definisce la loro "Collision Blues" come un incrocio tra “American Girl” di Tom Petty e “Mirror Blues” degli australiani Died Pretty.

Ma i picchi diabolici li trovate nella cover lasciva di “Shut Down” di Darby Crash & The Germs  (anche i Germs scrivevano blues, commenta Aaron!), in quella deragliante e travolgente di “Street Waves” da “Modern Dance” (un brano dei Pere Ubu del 1978 in anticipo sui tempi, allora come oggi, dice Peter) con il basso killer di Jerry Teel e straordinarie intuizioni chitarristiche, o in quella “Little Johnny Jewel” dei primissimi Television, qui perfidamente jazzata, le due chitarre che flirtano urticanti, o ancora nella spettrale “The Devil Is In The Texas” di Daniel Johnston (dalla compilation “Juke-box del Diavolo”, Fridge Rec./2001).

E ancora, tra i brani originali: le feroci, sature all’inverosimile, versioni live di “Stuck In A Cave” e “Draghouse”, con Aaron che tortura senza pietà le corde vocali con urla strozzate e i riff perforanti di Weber. E ancora “Lost Time Blues”, cattiva e cupa come mai in studio; “Dyin’ Style”, feroce punk-song tratta dalle session di “Love In Exile”; il rockabilly noir tragico “Wrapped In Red”, con il basso minaccioso di Jerry Teel e il drumming oppressivo di Bob Bert. Ma non finisce qui. Il boogie ossessivo di “Dead Man’s Suit” (da “Dope, Guns And Fucking In The Streets”/ Amphetamine Reptile Rec., 1995) sfoggia la slide penetrante di Weber. “Sacred Soul” viaggia sulle orme dei Gun Club di “Fire Of Love” (fuzz e slide sugli scudi). “Pin Tied” è minacciosa come un temporale che si avvicina, con le corde di Weber e Aaron impazzite.
E come definire la schizzata “Red Dress”, prova in studio per un singolo giapponese mai uscito, l’oppressiva “Safe From The Blade”, l’impareggiabile omaggio ansiogeno agli MC5, “Black To Comm” registrato da un fanzinaro al Cbgb’s. Un’ulteriore cartina di tornasole di quanto i Chrome Cranks dal vivo fossero eccezionali e adrenalinici.

Quindi, il full di potenti inedite canzoni da “Love And Sound” e “More Than Alrite” al blues selvaggio di “Remember Me”, con William Weber in splendida forma, sino alle contorsioni noise dolorose di “The Big Rip-off” e alla torturata “Slow Crash”, con Aaron ancora una volta sadicamente vocal-killer  e Weber dagli spunti visionari.La perfida e quantomai dark “Some Kinda Crime” (S.F.T.R.I./ 1993) conclude degnamente una doppia raccolta che si configura come un sontuoso testamento (pur con qualche alto e basso) di una band che ha realmente, e con crudo espressionismo, rappresentato il ventre di New York, la disperazione e il nichilismo suburbano americano di fine secolo.

29/10/2007

Tracklist

1. Love and Sound
2. More Than Alrite
3. Remember Me
4. The Big Rip-Off
5. Slow Crash
6. Dog Eat Dog
7. The Devil Is in Texas
8. Sacred Soul
9. Street Waves
10. Pin-Tied
11. Red Dress
12. Safe from the Blade
13. Party's Over
14. Shut Down
15. Black to Comm
16. Queen of Tomorrow
17. Eight-Track Mind
18. Collision Blues
19. Burn Baby Burn
20. Mr. Fingers
21. Come in and Come On
22. Stuck in a Cave
23. Lost Time Blues
24. Draghouse
25. Julie Do Ya Love Me
26. Auto Mo-Down
27. Nobody Spoil My Fun
28. Dyin' Style
29. Wrapped Up in Red
30. Dead Man's Suit
31. Little Johnny Jewel
32. The Slider
33. Some Kinda Crime