Fish Of April

Violent Pharmacy

2007 (Seahorse Recordings)
songwriter, dark, new wave

Non tragga d’inganno il bel ritratto equestre, tranquillo e bucolico, che trovate in copertina: questo disco d’esordio di Fish Of April, aka Alessio Pinto (“giornalista, scrittore, scommettitore, trascorsi in galera e poc’altro” dice di sé stesso), con quella figura condivide solo il tema dei cavalli, grande passione dell’autore e argomento portante delle canzoni di quest’album; la sostanza musicale invece è scura come la notte, un flusso continuo di buio e cupezza su cui brillano pochissimi spiragli di luce.
Sotto la produzione di Paolo Messere, leader dei Blessed Child Opera e capo della Seahorse Recordings, Pinto dà vita ai suoi ossessivi pezzi fatti di bassi grevi e pulsanti, chitarre taglienti e voci che sembrano venire dal lato oscuro della luna.

“Violent Pharmacy” viaggia soprattutto su coordinate dark e new wave, ma possiede una bella varietà di sfumature che non lo rendono troppo omogeneo e pesante; “Distant Way” ha qualcosa di Beck, “Ancus Martius” è in stile Bauhaus, mentre “Extraordinaire” ricorda più la marzialità dei Joy Division.
Ci sono stravaganze elettroniche (“Desert Quiet”), riusciti incroci stoner-dark (“Ian Hungar”) e derivazioni da primi Sonic Youth (“Namid Grey”), mentre più in là l’autore si diverte a vestire i panni di un ibrido tra il Lou Reed di “Magic & Loss” e il primo Nick Cave & The Bad Seeds con risultati altalenanti (molto buona “Electrocutionist”, meno “Gentlewave” e “Rockmaster”) prima di buttarsi nella chiusura di “Balabiot”, singolare escursione in un rock alla Primus alquanto distaccata dal resto dell’album.

L’esordio di Fish Of April è ben lungi dall’essere perfetto, ha delle discrete cadute di tono (“Falbrav”, ma anche “Lautarj”) e appare spesso il frutto di un’urgenza di espressione da parte dell’autore, con tutte le imperfezioni che ciò comporta.
“Violent Pharmacy” però trova proprio nelle sue irregolarità e nella sua spigolosità il suo maggior pregio; un disco non semplice da ascoltare, storto e scuro, tuttavia molto interessante, nervoso come un cavallo selvaggio, ossessivo come certi incubi notturni, sfilacciato ma bello, stavolta sì, come il dipinto che ne decora la copertina.

31/08/2007

Tracklist

  1. Distant Way
  2. Ancus Martius
  3. Extraordinaire
  4. Ian Hungar
  5. Desert Quiet
  6. Namid Grey
  7. Falbrav
  8. Lautarj
  9. Electrocutionist
  10. Gentlewave
  11. Rockmaster
  12. Balabiot