Intitolare “In Stereo”, avvisare che le 14 canzoni non sono state mai pubblicate prima, evidenziare una cura del dettaglio per indurci a credere che questo trio formato da due svedesi e un irlandese sia un gruppo dei favolosi anni 60.
Spiacenti, i Marmalade Souls sono solo degli appassionati di un'epoca musicale che ripropongono con amore e gusto, strizzando l'occhio al pop dei primi Beatles e degli Hollies, con un pizzico di Byrds che non guasta mai.
Il recupero di suoni e stili ha spesso prodotto buoni risultati, ma altrettanto spesso il tono didascalico ha creato delle inutili proposte senza nerbo: non è il caso dei Marmalade Souls, il tono delle composizioni è buono, le voci gradevoli e le soluzioni strumentali sono ricche e trascinanti.
Fiumi di rickenbacker scorrono nelle migliori tracce, come “My Heart Belongs To You” e “Fall Into The Sky”, i primi Beatles fanno scuola in “Belly Butterfly” o “In My Mind”, mentre la voce di Johanna Klemme caratterizza le più semplici “Say Goodbye” e “ Daydreams”.
Come nell’album degli Utopia “Deface The Music”, spesso alcune canzoni ne richiamano altre più famose: ”In My Minds” riporta alla mente “You Can’t Hide Your Love Away”, ”Yeah Yeah” assomiglia a “Day Tripper”, ”Good Days”, invece, richiama alcune ballad country-rock tipiche dei gruppi powerpop, ma la clonazione è quasi perfetta in “Baby Come Back”, dove non solo riecheggia il fantasma di “Oh Darling” (da "Abbey Road"), ma anche il cantato è molto simil-McCartney.
Ma veniamo al sodo: che fare di questo disco? Se siete a secco di Beatles e Hollies e non volete prenderlo troppo sul serio, divertitevi con questo “In Stereo”, ma non aspettatevi null’altro che pop alla maniera di. Nessuna idea nuova e originale, nessuna particolare attitudine che ci farà attendere con ansia il loro prossimo album.
20/12/2007