Non bisogna denigrare troppo le raccolte, i greatest hits, perché a volte oltre ad essere fatte bene costituiscono un buon mezzo per conoscere un artista senza per forza rivolgersi a un episodio particolare della sua discografia, specie se variegata e difficilmente catalogabile come quella degli Alabama 3.
Andate su wikipedia e sotto la voce genere trovate acid house, ma poi magari andate su allmusic.com (dovete cercare sotto A3 visto che negli Usa i simpatici Alabama gli rompono le palle con cause legale sul nome) e sotto il loro profilo potete leggere anche rock e alternative pop-rock.
Sentire l'ultimo loro disco da studio ("M.O.R." del 2007) per capire: il gruppo di Brixton è da sempre un frullato di stili, tanto versatile quanto divertente e allo stesso modo professionale, un mix che ha assicurato agli Alabama 3 un buon seguito di pubblico e diversi plausi della critica.
L’ultimo di questi, l’elezione da parte di The Guardian a “Miglior live band della Gran Bretagna”, è stata l’occasione per far uscire “Hits And Exit Wounds”, raccolta di materiale dei precedenti sei album, più qualche remix e un inedito (“Ska’D For Life”) in collaborazione con gli Orbital.
Più che essere un semplice bignami della loro discografia, però, “Hits And Exit Wounds” funge da manuale per inquadrare e capire la proposta musicale del gruppo inglese; la negritudine del funk hip-hop di “Hypo Full Of Love (The 12 Step Plan)”, della blaxploitation in “Woke Up This Morning” o del soul r&b di “Too Sick To Pray” vanno a braccetto con il country-rock di “U Don’t Dance The Tekno Anymore”, “Hello, I’m Johnny Cash” e “Speed Of The Sound Of Loneliness”, col southern boogie di “Woody Guthrie” o il rock grezzo di “Amos Moses”.
Di tutto di più, insomma, pure la dance techno (“Mao Tse Tung Said”, “Mansion On The Hill”) o la già citata “Ska’D For Life”, acido ska in levare tra tastiere e fiati.
La giusta fotografia di un gruppo che senza mai assurgere agli altari della critica o della fama, rimane uno dei più divertenti e piacevoli che vi possa capitare di sentire per un ascolto spensierato ma di valore.
26/06/2008