Blood On The Wall

“Liferz” è il disco numero tre per questo trio di Brooklyn (Courtney Shanks - basso e voce -, Brad Shanks – chitarra e voce -, e Miggy Littleton alla batteria), discreta meteora di un universo parallelo dove l’indie-rock sposa il post-punk con sensibilità lo-fi.
Trovato l’equilibrio tra le parti, la band mostra di maneggiare finalmente con cura la varietà stilistica che da sempre la contraddistingue, lanciando sul tavolo una manciata di brani che, pur non brillando per originalità, hanno comunque dalla loro una buona dose di freschezza.

A partire dal rutilante indie-pop di “Hibernation”, quindi, assistiamo, in rapida successione, a un vibrante e passionale connubio di gioventù sonica e orecchiabilità scaltra e inquieta, con l’eco lontanissima dei Jesus And Mary Chain  di “The Ditch” , le tensioni manifeste della title track, i fantasmi “omonimi” di “The X” e i Cure prima maniera di “Junkeee… Julieee…”, che ha l’estro di un girotondo irrequieto.

Quando, poi, sale in cattedra la matrice post-punk, si materializzano ombre elegiache (“Lightning Song”), che contrastano aspramente con l’isteria a perdifiato di “Go Go Go”,  l’ode alla spensieratezza di “Rize” (appena increspata da qualche bruma distorta) e la frenesia bruciante di “Turn Around And Shut Up”.

Un disco vitalissimo, multisfaccettato, finanche (fintamente) melodrammatico (“Acid Fight”).
C’è di che accontentarsi.

31/12/2007