Dovendo ricostruire il suo "parco strumenti" in seguito a un furto avvenuto durante un tour nel 2005 che lo obbligò a ripartire da una vecchia chitarra classica, Drew Andrews (chitarrista di Album Leaf) si diede alla composizione di un disco di sommesso cantautorato autunnale, un lavoro soffuso e malinconico come la prima luce del sole che filtra tra i rami degli alberi. Un po' dell'ultimo Patrick Watson nell'insistito e spesso minimale fingerpicking, i suoi quadretti di un paesaggio immoto non riservano grandi sorprese, se si escludono alcuni tentativi più o meno riusciti, quale quello di suggestionare l'ascoltatore in sospesi frammenti pianistici - come nell'iniziale title track e nella conclusione di valore di "Wide Awake". Suadenti falsetti punteggiati di glockenspiel e viola in idilli bucolici d'ispirazione nordica ("I Could Write A Book", "Counterfeit"), prove pop anche simpatiche ("Hospitals Again", "Five Faces", "Trading Faces") che trovano però una certa difficoltà a scalfire, sempre imbozzolati in questa ricerca del vestito "atmosferico" - la quale si traduce qui, troppo spesso, in algido distacco.
"Only Mirrors" viene ora distribuito solo ora in Europa, dopo una prima uscita statunitense risalente a due anni fa.
29/03/2010