Emmablu

In principio, gli Emmablu pare fossero una delle tante cover band di Led Zeppelin, Jimi Hendrix e Black Crowes: una di quelle, insomma, che puoi beccare nei pub, quando ti viene lo sfizio di farti una birra. Poi, il salto di qualità, con la decisione di buttar giù pezzi inediti e il sogno di pubblicare persino un disco. Sogno che si è avverato di recente, grazie alla Slang Record.

Senza pretese, desiderosa di ricalcare la tradizione e con ovvie tentazioni radiofoniche, la band di Varese tira fuori dal cilindro undici brani senza infamia e senza lode, contesi tra scontato hard-rock passatista e indie italico che sembrerebbe voler fare le pulci agli Afterhours. Il suono è potente, la band è affiatata e sfodera anche un discreto sentire “psichedelico” (così come va tanto di moda in questo periodo – basti pensare, giusto per fare un nome, ai Black Mountain). Eppure – e siamo alle solite! – i brani sono tutt’altro che irresistibili, nonostante in fase di produzione, tra effetti e cosine varie, si sia cercato di fare di tutto per nascondere le crepe dell’ispirazione.

“Reagire”, “Quello Che Fai”, “Oceano” hanno tutte il tiro “giusto”, schierano tutti i trucchi del mestiere e, di certo, potrebbero fare la loro fortuna, vista la qualità della roba che gira per l’etere o sulle tv musicali. Ma, quanto a “rapimento”, quanto a “emozioni” siamo messi male, soprattutto quando in “Bastardo Indifferente” o in “Dove Vuoi La Verità” gettano definitivamente la maschera, svaccandosi sullo schienale dell’italico sentire canzonettistico.

Altrove, poi, tirano in ballo anche il funk (“Come Musica”) e si finisce per divertirsi con poco, mentre, con “Voglio, ci rifilano la solita, soporifera ballata dolente & acustica: e sono sbadigli. Alla fine, bisogna aspettare una quarantina di minuti per ascoltare qualcosa di vagamente interessante: “Nell’Aria”, continuo alternarsi di piani musicali, quasi come se i nostri, in fondo in fondo, non nascondessero altro che un bagaglio progressive…

Bagaglio superficiale e poco incline all’avventura… Ma, d’altra parte, in un modo o nell’altro, bisogna pure accontentarsi. O no?

12/06/2008