Terza uscita ufficiale come Indian Jewelry, "Free Gold!" è un viaggio spazio-temporale all'insegna di un nichilismo transcontinentale, in cui l' horror vacui è scongiurato da continue allucinazioni psichedeliche.
Il big bang di “Swans” apre con un ralenti di My Bloody Valentine oscuri, spacey e sbronzi; nel frame schizofrenico di “Temporary Famine Ship” una delle tante reincarnazioni di Kim Gordon si aggira tra sinusoidi industriali e ologrammi dei Chrome. “Seasonal Economy” è un incubo new wave a luci rosse, in cui Genesis P. Orridge si impossessa dell'ugola di Kerschen per intonare “Pompeii”, ballad alla Death In June dal sottofondo western.
E allo shoegaze sporchissimo e deforme di “Walking On The Water”, omaggio iconoclasta agli Spaceman 3, si affiancano scheletri dei Throbbing Gristle, che celano un'anima wave in “Nonethless” (con dei sax acidi a dar lustro), “Hello Africa”, (dove aleggiano delle Slits dalle voci atomizzate) e “Too Much Honkytonking”.
Chitarre velvettiane premono sotto la calotta di spiagge post-atomiche in “Temporary Famine Ship” e “Bird Is Broke (Won't Sing,)”, messa post-umana celebrata da una Nico dei primi anni Ottanta.
E “Seventh Heaven” è l'omega, il trapasso kosmische post-Coil, dove una chitarra acida è l'ultimo segno dell'uomo sulla terra, in partenza da Colonia verso quello che nell'antica astronomia era considerato il settimo pianeta, Saturno.
Il viaggio nello spazio è acido o non è. E diviene una crudele e straniante odissea kubrickiana, in cui passato e presente sono omonimi e la deriva post-ambientale psych-core guarda dritto negli occhi dell'alfa, il kraut.
(28/05/2008)