Ludo Mich And The Joyous Cosmology

Il signor Ludo Mich è un pazzo furioso – vedere qualche foto in giro per il web per credere. “Sound poet, film maker and force of nature” recita la bibbia Volcanic Tongue, e in effetti Ludo Mich è un reduce di Fluxus che ha trovato naturale accoglienza nella scena weird-noise belga (e non solo), e da qualche tempo si diletta a fare dischi di un certo tipo… In “Before The Big Bang”, in uscita per la nostrana e promettente Vade Retro Records, si fregia della compagnia dei Joyous Cosmology - altra banda di spostati mica da ridere - tirando fuori un disco che è tutto un programma di affascinanti stramberie.
Elettronica analogica virata in salsa krauta, suoni trovati non si sa dove, deviazioni sci-fi, improvvisazioni vocali “programmate” inframezzate da schiamazzi inattesi, aggressivi, spastici e psicotici, il suono si situa a metà tra Walter Wegmuller e i Faust che cercano di coverizzare le Shaggs. Insomma, qualcosa che è un presa in giro solo per il fatto di essere stata pensata in questi termini.

La prima delle due suite dura la bellezza di ventidue minuti ed è la più efficace, o quantomeno la più elaborata per quanto concerne l’aspetto compositivo e gli intrecci sonori. Qui un synth avariato svisa come uno sciame d’api infervorate e tutt’intorno si vanno a costruire e decostruire ipotesi improvvisative e movimenti spacey che sembrano vanir fuori da qualche disco di exotica. La ripetizione si fa persino ossessiva verso la fine, tanto da ricordare in più di un frangente i Faust di “Ravvivando”. La seconda traccia è invece poco più di uno scazzo, o meglio una sorta di lunga improvvisazione radicale radioattiva e completamente sfatta, sempre imperniata su un’elettonica analogica di derivazione krauta. Ludo Mich si diverte a deturparla con urla gutturali e grugniti vari che suscitano ilarità più che intimorire.

Davvero, in questo disco il confine tra il serio e il faceto è estremamente labile, per cui quando lo ascolterete stoppate il cervello e non cercate di trovare dei “perché” o dei “come mai”. Non ve ne sono.

26/11/2008