Jazz-rock, di quello bello manierista e frizzante. Tredici tracce strumentali all'insegna dell'intarsio prog/fusion, con tutte le schitarrate e i funambolismi che si convengono a una rilettura accurata dell'arte che fu dei Perigeo.
Se c'è una cosa che i Magnetic Sound Machine ha saputo prendere a prestito dagli alfieri del jazz-rock italico, è l'estrema leggerezza. Non mancano certo ambizione ed esibizionismo strumentale, ma a prevalere è sempre il gusto per l'intreccio e il gioco d'incastri: al centro gli strumenti, più che gli strumentisti.
Di somiglianze ce n'è altre, su tutte la formazione chitarra/basso/batteria + sax e tastiere, il piglio funky, le linee melodiche in evidenza e la predilezione per temi velatamente mediterranei.
Vale la pena, però, di rimarcare le differenze. Il suono complessivo è necessariamente più lindo e metallico (senza eccedere), i pezzi sono meno lineari, ma è soprattutto sul piano ritmico che "Chromatic Tunes" ha il suo punto di forza. Pattern scoppiettanti, frastagliati al limite del drum'n'bass, mai invadenti.
Convincono meno tastiere e fiati, energiche ma spesso meno groovy degli altri strumenti. Bastano comunque exploit impeccabili come la latineggiante "Freak Is Back" per appianare ogni dubbio: al di là di ogni accostamento e imprecisione dinamica, "Chromatic Tunes" brilla di fantasia e classe fuori dal comune.
I Magnetic Sound Machine sono nati nel 2005 a Istrana (Treviso). I cinque membri del gruppo hanno da poco compiuto vent'anni. "Chromatic Tunes" è il loro secondo lavoro in studio.
05/03/2009