Ottava produzione di Itinera, etichetta nata nell’ambito del Pomigliano Jazz Festival, “Sea Inside” è un lavoro che trae la sua ispirazione più profonda dalle visioni marine, dal mare (in primis, quello Mediterraneo) come ponte tra culture e civiltà, dalle maree spirituali che solo possono restituirci brandelli di un’anima troppo spesso soggiogata dall’imperialismo del corpo.
Con Javier Girotto ai sassofoni, Francesco Nastro al pianoforte, Avishai Cohen al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria, questo jazz con il “mare dentro” ci offre settanta minuti scarsi di buonissime vibrazioni. La maestria dei musicisti è indubbia e l’ascolto risulta davvero piacevole, anche se crediamo che i Nostri abbiano voluto mantenersi un po’ troppo all’interno di una certa “tranquilla” canonicità.
Le atmosfere cangianti dipanano squarci di alterità compassata (“Song For Avishai”); una ballata dolceamara come quella di “When She Leaves” (col sax di Girotto in evocazione e il pianoforte di Nastro che sembra mimare l’andirivieni inesausto delle onde) ci racconta di un addio lungo un'eternità, di coste che si perdono lontane, noi sepolti dall’orizzonte e dai nostri stessi limiti; e, ancora, le evoluzioni dinoccolate de “Il suo lato migliore”, via via più ariosa e passionale, sembrano voler ripescare dal repertorio del Garbarek dei Settanta.
Sempre evocativa, in qualche frangente su di giri, la musica di “Sea Inside” vuole raccontarci della bellezza dello stare insieme, della magia da cui la musica scaturisce, delle piccole battaglie interiori che suoni e melodie sanno restituire. Molta routine, vero, (“Rough Side”, “Ann’s Tune”, “We Got On Well”), ma anche, come abbiamo visto, momenti di un certo interesse, fino a quell’omaggio a Diego Armando Maradona (“El Pibe de Oro”) che suona placido e, insieme, fascinosamente risolutivo.
26/04/2008