La crescita del registro espressivo di Arbogast messa in mostra da “I Gave Too Much Time To The Wine” emerge immediatamente dal confronto tra i brani più recenti, percorsi da uno slancio drammatico e liberatorio, e i più scarni bozzetti in chiaroscuro dei primi due Ep radunati nel disco, “What Will They Speak Of You When You’re Gone?” e “My Home, It Shall No Longer Be The Sea”. A rimanere costante è però la scrittura arguta e poetica di Arbogast, palpitante di immagini intime e dense di suggestione, che in più di un’occasione assume i toni di una recitazione dal sapore teatrale.
“I Gave Too Much Time To The Wine” è allora l’occasione per andare alla scoperta di un autore che, con ormai quattro album veri e propri alle spalle, sembra pronto a dimostrare di avere conquistato la propria personale cifra stilistica, fatta di versi sofferti in cui l’ineluttabilità dello scorrere del tempo rappresenta il cuore di un presente vissuto tra bottiglie vuote e relazioni perdute. “To live your life as an elderly man, as it seems you’ve so willingly done, leaves you a pair of weathered hands, leaves your body at last only to give up. Stay young”.
(13/11/2008)