Anahita

Matricaria

2009 (Important)
free-folk

Dopo "Arcana En Cantos" del 2003, Fursaxa ed Elena Hespvall reincrociano i loro destini.

Anahita è nome che rimanda all'antica dea persiana della fertilità e della maternità, e, con la loro austera femminilità, le due fanciulle camminano a testa alta dentro foreste assopite dove risuona forte e sicuro il richiamo di un free-folk diamantino e sovrannaturale, solcato da umori angelici che non di rado lasciano trasparire anche oscure tribolazioni esoteriche.
Voci che si rincorrono, cercandosi, in preda a un delirio che sa di preghiera pagana. Un cerimoniale, ancora una volta, solenne, col violoncello della Hespvall a filigranare vortici austeri e un flauto a richiamare dal dormiveglia presenze invisibili.

Seguendo l’esempio del superbo “Kobold Moon”, la voce si fa, quindi, protagonista di un’operazione di dislocamento psicologico: una voce che attraversa droni di assoluta purezza, circumnavigando la sua stessa essenza (“Pirin Planina”, “Velvet Shoon”) o perdendosi tra paludi di senso, mentre la kalimba gesticola fulgida come in una mini-sinfonia Colleen-iana (“Myrrha”).

Disco che sprigiona un’energia spirituale che arriva da profondità sublimi, "Matricaria" non è, comunque, quel gioiello che ci si aspetterebbe da due musiciste così importanti.
Cadute di tono, le si avvertono, per dire, sia in “Chalice Of Cypress”, contesa tra estasi liturgica (con tanto di banjo zoppicante) e vaghi sentori di musica tradizionale giapponese (forse, in memoria della recente collaborazione della Hespvall con Masaki Batoh); sia in “Moi Kissen”, il cui matrimonio tra percussività ritualistica, world music in salsa free-form e sbandate psichedeliche non convince più di tanto.

In attesa di futuri sviluppi, un ascolto, comunque, consigliato per quanti, nella musica, cercano una via d’uscita da questo mondo impazzito.

13/03/2009

Tracklist

1. Matricarian Descent
2. Pirin Planina
3. Chalice of Cypress
4. Myrrha
5. Moi Kissen
6. Velvet Shoon

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