Astrid Williamson

Here Come The Vikings

2009 (One Little Indian)
pop

L’esordio del 1996 dei Goya Dress, pur passato sotto i riflettori della critica, non catturò l’attenzione del pubblico inglese. Nonostante la tournée coi Suede e l'indubbio talento compositivo di Astrid Williamson, il dream-pop del gruppo restò imbrigliato in un suono ricco di promesse ma sfocato, nonostante la rilevante produzione di John Cale.

Cantante dal timbro vocale caldo e deciso, nonché dotata polistrumentista, Astrid ha intrapreso la carriera solista mentre i due colleghi hanno incrociato il percorso dei Cinerama. Tre album ufficiali in dieci anni, più un album realizzato solo per il web nel 2002, “Carnation”, e mai pubblicato su supporto fisico.
La pubblicazione del nuovo album “Here Comes The Viking” pone fine a ogni dubbio sulle capacità dell’autrice. In quindici anni non si nota un’evoluzione che renda i suoi album pregevoli, certo la voce evocativa e sognante (un incrocio tra Beth Orton, Annie Lennox e Kristin Hersh) e uno scripting abbastanza raffinato garantiscono la gradevolezza dell’ascolto, ma il tutto non sembra emergere dall’anonimato pop.

Episodi come “Falling Down” e “Sing The Body Electric” sfiorano la banalità del pop da classifica alla Dido, il tentativo di scuotere l’ascolto non riesce neppure nei più rockeggianti episodi “Slake” e “Store”, mentre “Shut Your Mouth” rischia di far desistere dall’ascolto.
Non mancano episodi dove il talento viene alla luce con classe: il dream-pop di “How You Take My Breath Away” resta prevedibile, ma mostra almeno intensità e gusto, mentre “Crashing Minis” svetta sul resto del disco grazie a un interessante costruzione armonica e ritmica, la voce di Astrid emoziona e i leggeri tocchi di pop-jazz ed elettronica chill-out rendono il tutto raffinato e rimarchevole.

“Here Comes The Viking” è il classico disco carino, destinato ad avere successo per caso fortuito o a restare un cult album per i sostenitori di Astrid Williamson, che nelle pieghe gradevoli di alcuni episodi troveranno motivi sufficienti per sostenere la bravura dell’artista.
Non credo che il talento della simpatica Astrid sia in discussione, ma dopo tredici anni di musica un segno di autonomia stilistica non guasterebbe. L’album dei Goya Dress e il suo esordio “Boy For You” (opportunamente ristampato con bonus track) vantavano almeno una veste sonora meno mainstream e più originale, la mediocrità del nuovo album garantisce al massimo l’utilizzo di qualche brano per qualche serial americano.

16/06/2009

Tracklist

1. Store
2. Sing The Body Electric
3. Shut Your Mouth
4. How You Take My Breath Away
5. Crashing Minis
6. Falling Down
7. Pinned
8. Slake
9. Eve
10. The Stars Are Beautiful
 

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