Con un suono spaventoso e rumorosissimo, “May 08” spinge la band verso lidi musicali sempre più brutali e sempre più attraversati dallo schifo e dal disgusto per una realtà poco incline a lasciarsi comprendere. D’altra parte, in “Dialectics Of Shit” cantavano:”My life is shit/ your life is shit/ and you don’t do/ anything/ Just/ drink/ fuck/ sleep/ and get killed/ by a system/ that only wants you as a/ working corpse” (“My Life is Shit”).
Definito come un incrocio tra Brainbombs e Whitehouse, “May 08” abbandona l’impianto “garagista” del disco precedente per lanciarsi a occhi chiusi verso le torride, purulenti emanazioni del noise-rock più malvagio di sempre.
Suddiviso idealmente in due parti, il disco parte con una sfrenata convulsione, martellante e densissima. Una sciagura cui sembra impossibile sopravvivere (“1”). Un suono ossessivo, isterico, feroce, tra citazioni del Fela Kuti di “Zombie” (“2”), primitivismi post-core & noise in stile Cows (“3”) e repellenti, bradi minimalismi, tirati allo spasimo, fino al delirio dei feedback che tutto sommergono (“4”).
Eppure, niente che possa competere con “5”, probabilmente il loro capolavoro e uno dei pezzi più diabolici dell’anno: un inferno di selvaggia disperazione, un nichilistico sputo verso il cielo. Prurient costretto a sanguinare dagli occhi.
(22/08/2009)