Una delle ultime uscite pre-estive della Type Records focalizza la propria attenzione sull’esordiente Fred Thomas ed il suo pop distorto e contaminato. Il debutto omonimo dell’americano (originario di New York) è un miscuglio di improvvisazione folk (Panda Bear è dietro l’angolo), elettronica lo-fi e una voce liquida, distesa e lisergica.
Le potenzialità sono tangibili e rintracciabili a un’analisi attenta, tuttavia l’ascolto completo risulta un po' pesante. Nonostante la lunghezza tutto sommato limitata (intorno ai quaranta minuti), le canzoni sono spesso dispersive, inutilmente attorcigliate e condite con effetti alla lunga stancanti. Gli episodi azzeccati non mancano (i fumi psichedelici di “Bleed Blood”, pregevoli strutture ritmiche per “Summer School”), malgrado ciò nel complesso la sensazione finale è disorientante, un leggero presentimento che City Center poteva e doveva fare di più.
(14/06/2009)