I Gala Drop sono un trio formato da musicisti del fertile underground di Lisbona, ovvero Nelson Gomes, Afonso Simões e Tiago Miranda - quest’ultimo già membro degli ottimi Loosers e di una manciata di altre formazioni piuttosto note nella scena avant-rock portoghese.
Fatte le dovute presentazioni, vi dico subito che il dischetto in questione è uno degli oggetti più esplosivi mi sia capitato tra le mani in questi ultimi tempi. Se negli anni 80 Jon Hassell coniò la locuzione “fourth world” per descrivere la sua miscela di suoni retro-futuristi, allora questa dei Gala Drop è musica del quinto o sesto modo, giacché poche altre volte ho sentito tante influenze diverse - se non addirittura apparentemente inconciliabili - liofilizzate e riproposte in modo così personale. Immaginate una fusione a freddo di dub giamaicano, tribalismo bucolico alla Animal Collective ultima maniera, minimalismo percussivo alla Urban Sax, suggestioni esotiche Soul Jazz Records (Konk, Rekid, Grupo Oba Ilu) e kosmische musik alla Cluster, il tutto immerso nelle bolge sintetiche degli Heldon. Insomma, musica da fuori di testa per gente fuori di testa.
E dire che inizialmente i pezzi sembrano troppo uniformi se non monotoni, salvo poi schiudersi, a un ascolto più attento, in tutta la loro multireferenzialità.
Così l’esperienza uditiva può seguire diverse traiettorie e si tramuta in esperienza sinestesica quando in “Holy Heads” i synth solari di Tiago Miranda arrivano a debordare ben oltre le linee melodiche, e il cantato formato-nenia di Nelson Gomes satura lo spazio d’ascolto, proiettando visioni di un mondo zuccherosamente alienante. Le “radiazioni amichevoli” sono una costante immaginifica di questo suono, che seduce in modo conturbante, salvo poi emanare tutta la sua nevrastenia tropical-urbana.
Ma è l’effetto ipnotico delle percussioni il driver principale del discorso, corroborato da sample rubati chissà dove e ricontestualizzati in universi sonori diversi da quelli d’origine - evidentemente la presenza di Rafael Toral al missaggio deve aver dato i suoi frutti.
Che vi piaccia o meno, non potrete non ammettere che al momento non c’è nulla in giro che suoni in questo modo.
P.S. Scambiando due parole con Nelson Gomes, ho appreso che il disco è uscito originariamente (“per parenti e amici”) nell’ottobre 2008, ma ha come data di uscita ufficiale, con tanto di distribuzione, quella del 9 febbraio 2009.
22/02/2009