Grunt

Petturien Rooli

2009 (Freak Animal Records)
power electronics

A poco meno di tre mesi dalla fine del 2009 il finlandese Mikko Aspa, meglio noto con il nome del suo alter ego musicale Grunt, rilascia per conto della sua Freak Animal Records questo "Petturien Rooli", album che si candida a diventare uno dei migliori prodotti usciti nel panorama musicale power electronics di quest'anno. Partiamo da una premessa fondamentale: avvicinarsi all'immaginario evocato da Aspa nei suoi lavori non è affatto impresa semplice. Il nostro infatti non gode delle simpatie trasversali di un Prurient, progetto con cui tra l'altro Grunt ha condiviso in precedenza uno split album. Ad un primo, distratto, ascolto risulterebbe infatti naturale cogliere delle analogie tra i muri di rumore generati da Fernow e quelli prodotti da Aspa, ma, appunto, tale assioma non regge se non a una lettura estremamente superficiale. In realtà la via crucis sonora a cui Aspa costringe l'ascoltatore non è caratterizzata da quella teatralità decadente che marca invece le produzioni del collega statunitense, un elemento questo che, al di là della crudezza della mera proposta musicale, riesce a rendere Prurient digeribile a un'audience alquanto eterogenea.

Grunt no. Grunt obbliga l'ascoltatore a fare i conti con le ossessioni che albergano nella mente di Aspa e che spesso e volentieri assumono i contorni di esplicita pornografia, della violenza più efferata e di istanze politiche decisamente radicali nei termini e nei riferimenti ideologici. Tutto questo non rappresenta una novità per chi è avvezzo al power electronics, fisiologica e naturale evoluzione della musica industriale degli 80, che si differenzia da quest'ultima proprio per l'accento posto sulla disamina, e in un certo senso l'appagamento subliminale, di quelle che sono le più recondite e inconfessabili fantasie e perversioni che covano nell'animo umano. Se per gli Spk, pionieri della musica industriale tra fine 70 e inizio 80, era fondamentale infatti indagare la devianza come fenomeno di esclusione prodotto dalle dinamiche dell'Occidente capitalista, nella musica degli alfieri della power electronics, Whitehouse-Ramleh-Sutcliffe Jugend su tutti, la devianza interessa unicamente se fine a se stessa: non ci sono sovrastrutture da indagare, il rumore deve evocare una macabra mostra delle atrocità per il puro piacere di poterne fruire.

Dopo questa lunga, e necessaria, premessa, veniamo quindi a questo "Petturien Rooli": 9 canzoni, tutte rigorosamente scritte in finlandese, in cui Aspa rievoca la storia della Finlandia compresa tra la guerra civile del 1918 e la chiusura della Seconda Guerra Mondiale. L'irruenza che caratterizzava i precedenti lavori di Grunt assume in quest'opera una maggiore organicità, la furia rumorista viene infatti sapientemente alternata a un impianto ritmico particolarmente possente e a un sottofondo costruito con l'ausilio di sample e fields recordings in cui di volta in volta si stemperano le urla di Aspa. E' possibile cogliere tra le pieghe di questo lavoro più di un rimando alle vecchie glorie del passato, in particolare il binomio Sutcliffe Jugend-Ramleh, richiami che diventano particolarmente evidenti grazie all'utilizzo di una strumentazione totalmente analogica che si unisce all'impiego di oggetti, come ad esempio spranghe e lastre di metallo, capaci di trasmettere quel primitivismo sotteso a gran parte dei lavori del p.e. espresso nel decennio a cavallo tra anni 80 e 90.

L'isteria delle frequenze di "Raaten Marsi", che come puntine impazzite si agitano tra i solchi di maestose texture orchestrali, fanno da contraltare alla compattezza della voce di Aspa, un contrasto destinato a sfumare nella desertificazione della successiva "Kansanmurhan Kone". Irrompono quindi le percussioni metalliche di "Vainoaja Lauma" che si stagliano sull'inquietudine sinistra delle basse frequenze che aprono la strada alle urla ammonitrici del finlandese. "Petturien Rooli", l'episodio migliore di tutto il lavoro, è il caos schizofrenico che si insinua tra le pieghe di un battito atono su cui si impone, fieramente maestosa, la voce declamatoria di Aspa, che lentamente esplode nell'imperiosità delle urla.

La successiva "Piikkilangan Takana" è un'ascesa al Golgotha lunga 15 minuti in cui a far da padrone è lo stridere di lamiere che inesorabilmente finisce per macerarsi in un abisso di frequenze distorte. E mentre veniamo tramortiti dai feedback di "Rotuhygienian Aikakausi" per essere quindi trascinati a fondo dal gorgo di "Valkoinen Voima", giocata sull'intermittenza dei cicli di rumore, ecco arrivare ancora una volta il marziale incedere lirico di Aspa, preciso e definitivo come una revolverata esplosa in piena nuca, a chiudere un lavoro tanto malsano quanto  totalizzante nella sua capacità di colpire laddove necessario e in grado di annichilire anche la recettività degli ascoltatori più allenati in fatto di assalti sonici.

23/11/2009

Tracklist

  1. Sota Ilman Pelisääntöjä
  2. Raatteen Marssi
  3. Kansanmurhan Kone
  4. Vainoaja Lauma
  5. Petturien Rooli
  6. Piikkilangan Takana
  7. Rotuhygienian Aikakausi
  8. Pro Patria Et Lege
  9. Valkoinen Voima

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